08/03/2022 di Manuela Antonacci

Mamma di cinque figli, realizzata, felice e. . . influencer! La storia di una donna che è andata oltre «critiche e pregiudizi»

In occasione dell’8 marzo, giornata della festa della donna, si ricordano ogni anno le battaglie del mondo femminile in tema di parità di diritti e di lotta contro le discriminazioni che il gentil sesso ancora subisce nella nostra società. Una delle tematiche che più sta a cuore è sicuramente quella legata alle grosse difficoltà che le donne, oggi vivono, nella conciliazione di lavoro e famiglia.

Ancora troppo poco, però, i riflettori sono puntati su altre scelte e situazioni di vita, come quelle delle donne che decidono di dedicarsi esclusivamente alla propria famiglia. Per questo Pro Vita & Famiglia ha deciso di raccontarvi anche “l’altra storia”, quella su cui, in genere, pochi si soffermano.

Oggi, in particolare, parliamo di Debora Nonini, giovanissima mamma di 5 figli che racconta le vicende quotidiane della sua famiglia sulla sua pagina instagram 8_sottountetto. Attraverso le sue storie Debora ci mostra con grandissima semplicità e spontaneità l’autentica gioia che pervade la sua scelta di essere mamma e, per questo, anche una donna realizzata.

Quando è nato il tuo desiderio di diventare madre?

«In realtà io ho cercato la mia prima figlia già all’età di sedici anni, quindi è un desiderio che io ho sempre avuto, è come se sentissi la maternità cucita addosso. Tant’è che se non avessi avuto figli, accudire bambini sarebbe diventato un lavoro»

Tu racconti la tua colorata quotidianità sulla pagina instagram “8_sottountetto”. Ci fai un bilancio tra i pro e contro nell’avere una famiglia numerosa?

«Sicuramente non è facile gestire sempre tutto: i compiti dei bambini o i capricci, l’accudimento di 5 figli ecc. ma avere una famiglia numerosa significa non annoiarsi mai e questo ti fa passare nel modo migliore la giornata: non c’è mai un momento in cui si sta senza far niente, inoltre l’essere sempre in compagnia non ti fa mai sentire la solitudine e questo, durante il lockdown, ci ha aiutato tanto. Ho voluto, inoltre, lasciare ai miei figli un’eredità importante, quella dei loro fratelli, su cui poter fare affidamento. Io, infatti sono figlia unica e non vivo la preziosa esperienza di un fratello o una sorella su cui appoggiarmi, le amicizie fanno tanto, ma un fratello è una spalla importante su cui poter contare».

Oggi si parla tanto di “inverno demografico”. In base alla tua esperienza, lo Stato supporta davvero le donne che, invece, voglio o vorrebbero mettere al mondo tanti figli?

«Sicuramente viviamo in uno stato non proprio “family friendly” perché la maternità dura 5 mesi e quei 5 mesi sono due precedenti e tre successivi al parto, in genere. Sta di fatto che si torna al lavoro con un bambino di tre mesi che è nel pieno del periodo dell’allattamento, con tutte le difficoltà annesse e connesse oppure si rimane a casa percependo il 30% dello stipendio. Quindi già in questo, il nostro sistema statale rivela delle pecche. Se poi vogliamo prendere in considerazione anche gli aiuti esterni che alla donna dovrebbero essere forniti: asili nido, baby sitting ecc. allora ci rendiamo conto di quanto sia difficile per la donna riuscire a gestire da sola un figlio piccolo».

Hai avuto un’esperienza lavorativa in passato a cui poi hai rinunciato per la famiglia. Ti è costata questa decisione?

«Io ho lavorato in un supermercato quando mio figlio Giovanni aveva un anno e mi è pesato molto perché fino ad allora, avevo potuto godermi a pieno i miei primi due bambini. E’ stato difficile iniziare a lavorare, peraltro con orari impossibili e sacrificando anche le Feste. Poi sono rimasta nuovamente incinta e ho deciso che con ulteriori sacrifici, sarei tornata alla vita precedente, grazie anche alla collaborazione preziosa di mio marito che si è impegnato in ore di lavoro extra. Infatti non ho mai voluto far pesare la mia personalissima scelta di avere una famiglia numerosa, su nessuno: ad esempio lasciando i bambini tutto il tempo dai nonni o con una baby sitter, ma ho sempre gestito tutto io con mio marito Gerlando».

In base ai riscontri che hai sia sui social sia nella vita reale, ti è mai capitato di essere giudicata o discriminata per la tua scelta di avere una famiglia numerosa?

«“Adesso basta figli” , “chiuditi le tube” e cose simili, sono ormai all’ordine del giorno. Viviamo in una società che si sente in diritto di giudicare. Sicuramente avere una pagina su instagram su cui mostro la mia numerosa famiglia, mi espone ancora di più e anche in quel contesto ho ricevuto critiche e giudizi. Tuttavia io cerco di non badare troppo a ciò che mi viene detto perché è totalmente inutile rispondere ad accuse e pregiudizi. Mi è stato a volte detto che vivo sulle spalle dello Stato, ma l’assegno familiare, ironia della sorte, non copre nemmeno un quarto delle spese necessarie per avere un figlio».

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