14/03/2020

L’Unar e il suo bando per il Tavolo Lgbt “in dialogo con le istituzioni”

Mentre l’Italia è alle prese e distratta dal coronavirus, noi ci siamo imbattuti in un singolare bando pubblicato sui siti del Dipartimento per le pari opportunità e dell’UNAR. Si tratta di un “Avviso di manifestazione di interesse, rivolto alle associazioni LGBT impegnate nel contrasto alle discriminazioni di orientamento sessuale e identità di genere, per la partecipazione al nuovo Tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone LGBT”.

Ma che cosa sarebbe questo Tavolo e quali funzioni avrebbe? Lo chiarisce un link inserito nello stesso avviso e che rimanda ad un’altra pagina web dell’Unar in cui si legge (lo riportiamo alla lettera  per una questione di precisione e perché non sorga il dubbio di una cattiva interpretazione) che il Tavolo di “consultazione” sarebbe “presieduto dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, prof.ssa Elena Bonetti, sarà riunito a breve e si proporrà come uno strumento di dialogo e confronto tra istituzioni e mondo dell’associazionismo LGBT per promuovere un ascolto delle proposte di contrasto alle discriminazioni e favorire la cultura delle differenze e un clima di rispetto della dignità delle persone LGBT”. Inoltre i soggetti interessati devono affrettarsi, si legge, perché dovranno presentare la domanda di partecipazione e la documentazione richiesta, entro e non oltre le ore 15.00 del 25 febbraio 2020. Supponiamo, dunque, che la data di attivazione di tale progetto non sia così lontana.

In tutto questo, c’è  una coincidenza non da poco rispetto a quello che è accaduto alcuni giorni fa, quando è stato reso noto, ufficialmente, da parte delle Nazioni Unite che l’Italia avrebbe  aderito a 292 raccomandazioni sulle complessive 306, in seguito ai lavori del 4 novembre scorso, della 34esima sessione del Gruppo di Lavoro della Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review – UPR) che ha esaminato lo stato dei diritti umani in Italia, in seguito alla quale la nostra nazione ha ricevuto ben 306 raccomandazioni.

Tra queste, 17 sui diritti delle persone LGBTI che si concretizzerebbero nell’approvazione della legge contro l’omotransfobia, nel potenziamento della strategia nazionale UNAR sull’orientamento sessuale e identità di genere e, persino, nel divieto di interventi chirurgici cosmetici su bambini intersex. Su 17 raccomandazioni rivolte a salvaguardare la comunità arcobaleno il Governo ne ha accettate ben 16, tutte tranne il riconoscimento dell’omogenitorialità.

Viene allora da chiedersi se tra quest’ultima notizia e il bando sulla creazione del “Tavolo di consultazione e promozione dei diritti LGBT” che deve addirittura “dialogare” con le istituzioni non ci sia un collegamento e cioè se non stiamo già assistendo alla messa in atto delle “raccomandazioni” dell’Onu, nel quasi totale silenzio mediatico e, guarda caso, proprio mentre mezzo mondo è preso e distratto da un problema grande come l’attuale pandemia.

 

di Manuela Antonacci

 

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