08/04/2022 di Giuliano Guzzo

L’Oms di peggio in peggio. Da anni non è estranea all’aborto

Le Abortion care guideline, le nuove linee guide sull’aborto a cura dell’Organizzazione mondiale della sanità, contenenti svariate indicazioni per promuovere la pratica abortista – inclusa una lotta contro il diritto all’obiezione di coscienza - apostrofata addirittura come «indifendibile» - dei professionisti sanitari, non costituiscono una novità in senso assoluto. Al contrario, rientrano in una tradizione di ostilità alla vita che l’Oms coltiva da molto anni, anzi da decenni.

Per rendersene conto, basta andarsi a rivedere quello che pensava – ed affermava apertamente – George Brock Chisholm (1896–1971), un nome che, verosimilmente, ai più oggi non dirà molto ma, invece, molto legato al tema in parola dato che costui, oltre che un medico e militare canadese, è stato anche, dal 1948 al 1953, il primo direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche se forse la qualifica principale era un’altra: quella dell’ideologo.

Sì, perché spulciando i suoi scritti troviamo affermazioni che è difficile non considerare estremamente ideologizzate. Per esempio, Chisholm spese parole durissime sia contro la famiglia, sia contro tutto ciò che può costituire un radicamento per l’uomo e può essere di ostacolo per un nuovo ordine mondiale. «Per ottenere il governo mondiale», ebbe infatti a dire, «è necessario rimuovere dalla mente degli uomini il loro individualismo, la fedeltà alle tradizioni familiari, il patriottismo nazionale e i dogmi religiosi.. »

Su Usa Magazine, nell’agosto del 1955, l’ideologo dell’Oms ebbe inoltre a definire una sorta di programma dettagliato per il nuovo ordine mondiale. «Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare», furono le sue parole, «è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale». Già queste, evidentemente, sono citazioni a dir poco allarmanti. Il punto è che non sono affatto le sole.

Infatti, dieci anni prima, nel 1945, sempre Chisholm si soffermò sul tema dell’infanzia, tracciando le coordinate di quello che è difficile non considerare una sorta di apologia dell’indottrinamento di matrice relativista. «La reinterpretazione e l'eventuale sradicamento del concetto di giusto e sbagliato che è stato alla base della formazione del bambino, la sostituzione del pensiero intelligente e razionale alla fede», furono le sue parole, «sono gli obiettivi tardivi di praticamente ogni psicoterapia efficace».

Per queste sue posizioni, oltre che sostenitore delle strampalate teorie di Malthus sulla demografia globale, Chisholm può essere considerato come un pioniere dell’educazione sessuale a scuola. Guarda caso, la diffusione e la propagazione dei cosiddetti diritti riproduttivi costituiscono delle note priorità sia di certi ambienti internazionali, sia proprio di quell’Oms che, fin dai suoi albori, ha purtroppo sacrificato l’interesse scientifico sull’altare di ideologie che con la scienza non hanno davvero nulla a che spartire.

Forse andarsi a rivedere le sconvolgenti affermazioni di figure come quella del primo direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità aiuterebbe a capire meglio come mai, nonostante i loro nomi altisonanti e rispettati, certi enti sovranazionali dovrebbero essere guardati, se non con scetticismo, quanto meno con attenzione; non le supposizioni bensì la loro stessa storia, infatti, suggerisce che in casi come questi la prudenza, come si suol dire, non sia mai troppa.

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