14/06/2016

L’idiozia dell’ideologia gender secondo Giorgio Gaber

Gender sì o gender no? Questa ideologia esiste, oppure no?

La risposta è scontata: l’ideologia gender esiste, eccome se esiste. E non è nata negli ultimi tre anni: è una rivoluzione culturale che ha radici molto più lontane (si veda qui), anche se spesso ci si rende conto di cosa succede attorno a noi quando è troppo tardi.

Talvolta ci sono delle persone che riescono a leggere i tempi in anticipo. Sono coloro che tendiamo a definire dei “profeti”.

In merito al tema del gender, Giorgio Gaber (1939-2003) può essere effettivamente considerato un profeta. Per rendersene conto è sufficiente ascoltare il monologo Secondo me la donna. Sono cinque minuti ben spesi, che confortano e fanno ben sperare nella tenuta del buonsenso.

faccia_capelli_gender«La donna e l’uomo sono destinati a diventare uguali», esordisce Gaber. Questo è infatti l’indirizzo culturale imperante che, nel tentativo di porre fine alle disuguaglianze e di «raggiungere la tanto sospirata parità», ha limato tutte le differenze di sesso, con una perdita per tutti. E’ la strategia che vediamo applicata anche oggi dai fautori del gender: passando per la porta della “lotta alle discriminazioni”, si arriva a far credere che ognuno può decidere chi intende essere, a tutti i livelli.

A questa visione il cantautore tuttavia ribatte: «Però, secondo me all’inizio di tutto c’è sempre una donna. Secondo me la donna, è donna da subito. [...] Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita, a volte persino nell’amore». Le donne si sono sempre occupate «del potere sulle persone» e possono essere angeli o demoni: possono esaltare le persone che hanno accanto, oppure distruggerle. Ma una cosa che la donna non può fare è quella di rinunciare alla propria identità sessuata, al loro essere radicalmente “XX”.

A questo punto Gaber conclude con una riflessione lucida, che farà rabbrividire i sostenitori dell’ideologia gender: «Secondo me la donna e l’uomo sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E, contrariamente a molti, io credo che sia necessario mantenerle, se non addirittura esaltarle, queste differenze. Perché è proprio da questo scontro-incontro tra un uomo e una donna che si muove l’universo intero. All’universo non importa niente dei popoli e delle nazioni. L’universo sa soltanto che senza due corpi differenti e due pensieri differenti non c’è futuro».

Teresa Moro


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