29/04/2021 di Luca Marcolivio

Libri porno a scuola di Fiumicino. La Garante dell’Infanzia: «Frutto di un errore, fortunatamente nessun bambino li ha visti»

Ha assunto il nuovo incarico lo scorso 19 aprile e, dopo appena tre giorni, il suo comune si è ritrovato nella bufera a seguito del caso dei libri “a luci rosse” inviati alle scuole da parte della Fondazione Benetton. Raggiunta telefonicamente da Pro Vita & Famiglia, Antonella Maucioni, Garante dell’Infanzia a Fiumicino, cerca di stemperare la tensione all’indomani di quello che – come lei stessa conferma – è stato un «errore». In futuro, occorrerà sicuramente più vigilanza per iniziative del genere, comunque, rassicura la Garante, nessun bambino di Fiumicino ha visionato le immagini dei volumi al centro della sgradevole vicenda. Appurata la non responsabilità della scuola, permane, però, un interrogativo: com’è stato possibile che una multinazionale, solitamente molto professionale, come la Benetton, possa essere caduta in uno sbaglio così madornale?

 

Dottoressa Maucioni, il caso dei libri a contenuto pornografico giunti alle scuole di Fiumicino, ha portato parecchio scompiglio nel vostro Comune. Come sono andate esattamente le cose?

«Si è trattato di uno spiacevole errore. Lo dico da dirigente scolastica da poco in pensione (per sedici anni ho diretto una scuola a Fiumicino): Navigare il territorio è un progetto di ottima qualità, che a sua volta fa parte di un progetto più ampio, il Progetto Tirreno, che va avanti da circa 25 anni. La Fondazione Benetton è uno dei partner di Navigare il territorio e quest’anno, in occasione del centenario di Gianni Rodari, ha accordato l’invio di libri a tutte le scuole del nostro comune».

Com’è stato scoperto, dunque, che tra il materiale inviato, c’erano testi particolarmente equivoci e fuori luogo?

«I libri erano 9000 e fanno parte del catalogo della mostra Imago Mundi, promossa dai Benetton. Per errore sono finiti incellofanati nello stock che conteneva i libri destinati alle scuole. Quando poi sono arrivati nei magazzini, sono stati scoperti in una sola scuola: le maestre erano state particolarmente solerti e avevano consegnato subito i pacchi coi libri alle famiglie. Nelle scuole, normalmente viene sconsigliato di togliere il cellophane ai libri da dare agli studenti, quindi, le insegnanti, in buona fede, li hanno distribuiti. Quando poi i genitori ne hanno visto il contenuto, li hanno immediatamente restituiti alla scuola e la dirigenza scolastica ha chiesto di bloccare tutto. In seguito, la Fondazione Benetton si è scusata, prendendosi la responsabilità di quanto accaduto».

Solo una minima parte dei genitori, quindi, sono entrati in possesso dei libri?

«Sì e, come accennavo, li hanno immediatamente restituiti alla scuola. Devo dire che sono stati molto comprensivi con questo errore. Comunque, non lo dico perché ci lavoro ma a Fiumicino le scuole lavorano in modo molto professionale. La scuola dove sono stati scoperti i libri, poi, è un istituto dove si pone molta attenzione ai dettagli: se è stato scoperto il problema, è stato grazie a questo “eccesso di zelo” delle insegnanti».

Nessuno dei bambini, quindi, ha visto le immagini sconce di quei libri?

«No, nessuno di loro le ha viste. Essendo stati subito restituiti i libri, il “casus belli” è stato immediatamente eliminato dalla scena».

Si parla molto, ultimamente, di operazioni ideologiche di “sessualizzazione precoce” dell’infanzia. Ritiene che non sia questo il caso?

«Non è questo il caso, ne sono assolutamente convinta. Oltretutto sia i genitori che le scuole si sono mosse tempestivamente per rimediare all’errore. Anche la Fondazione Benetton, poi, si è scusata. A volte, episodi del genere vengono strumentalizzati. Potremmo dire che i bambini diventano visibili solo in circostanze che fanno scalpore, come queste… Chiaramente, vigileremo affinché cose del genere non accadano più».

Cosa bisognerebbe fare perché episodi così non si ripetano?

«In questo caso, non c’era nemmeno da vigilare. Oltretutto, è successo nell’ambito di un progetto particolarmente serio e apprezzabile, nato in seno all’Unesco, in cui i bambini sono stati sempre stati al primo posto e tutelati. I ragazzi ne sono contenti e le famiglie anche. Certo, quanto è accaduto è stato qualcosa di brutto e increscioso ma i bambini non sono entrati in contatto con quei libri e questa è la cosa fondamentale».

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