30/12/2019

Liberalizzare la prostituzione? No, sono le nostre figlie

“Papà ho trovato lavoro. Ho un contratto. Faccio la prostituta”: se vostra figlia tornasse a casa e vi dicesse questo, cosa pensereste? Che siete felici perché finalmente si può pagare una casa, ha la possibilità di farsi la macchina o di viaggiare?

Non lo penso. Ed è per questo che se una cosa non si può accettare per le proprie figlie, non si può accettare neanche per gli altri. Sarebbe un controsenso. Uno scandalo vero e proprio. Una vergogna.

Né si può rischiare di sottovalutare il problema della tratta e dello sfruttamento sessuale, che esiste e che pesa su tante donne, facendo finta che siano tutte escort di lusso. Ripulire le strade da un degrado oggettivo, nascondendo una violenza? Ma come si può?  Basta studiare un po’ e accorgersi che in Germania e Olanda, dopo la legalizzazione sono nate grandi case chiuse in cui avviene di tutto contro le donne, non c’è nessuno rispetto della loro dignità. Ma si può accettare di violare principi costituzionali inalienabili?

Altrettanto falsa ed eticamente inaccettabile è la teoria secondo cui la quota di donne che andrebbe volontariamente a dichiararsi allo Stato salirebbe e si risolverebbe così il problema di far cassa. Diciamo la verità, resterebbe il mercato nero, quanto a malattie psichiche e sessuali aumenterebbero magari anche le spese sanitarie gravando sui conti dello Stato. Qualsiasi forma di prostituzione è una riduzione in schiavitù, un atto criminale, un vizio sulla pelle di altri, in questo caso delle donne. 

Che poi quando parliamo di prostituzione su strada ci riferiamo a migliaia di ragazze costrette a prostituirsi come vere e proprie schiave.

Come riferisce l’Associazione Papa Giovanni XXIII attraverso il bravo Don Aldo Bonaiuto, oltre un terzo di loro sono minorenni, circa il 37 percento. È un dramma, una situazione tremenda, un padre di famiglia come può accettare come normale tutto questo? Comprare le relazioni più intime non è lecito e non può diventarlo. Che delle persone vengano acquistate e usate non è accettabile. Le persone non oggetti per sfogare degli istinti, combattiamo tanto la mentalità spudoratamente maschilista e questa cosa sarebbe?

L’approccio per superare certe volgarità, manie, depravazioni, è quello di puntare sull’educazione, sulla sensibilizzazione dal basso, sui cambiamenti linguistici ma soprattutto di mentalità. Iniziamo a pensare come viviamo e a come vorremmo che vivesse nostra figlia.  

 

 

Di Jacopo Coghe

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