26/10/2018

“Le Vite”: quando la Vita canta di grazia

Quando la difesa della vita è affidata alle mani sapienti, alla delicatezza, all’ingegno di artisti di spessore, nascono vere e proprie perle di bellezze come il video Le Vite, patrocinato da Pro Vita, scritto e prodotto per la TrinitArt da Roberto Bonaventura, maestro d’arte, compositore di Luciano Pavarotti, scrittore, editore musicale e interprete. Voce e musica affidate al talentuoso Luca Maggiore, cantautore e attore teatrale; testo, poetico e toccante, del noto autore Pasquale Panella che vanta, tra i suoi lavori più importanti, un significativo sodalizio artistico con Lucio Battisti e la riscrittura della versione italiana del libretto dello spettacolo di Riccardo Cocciante Notre Dame de Paris.

Un prezioso progetto a sostegno della vita nascente, ma anche delle mamme: infatti, la protagonista delle belle e delicate immagini del video, è una giovane donna che scopre di aspettare un bambino ma viene immediatamente abbandonata dal fidanzato e dalla sua famiglia. Una situazione molto frequente, che a volte termina nella tragedia dell’aborto. Invece nel videoclip, all’abbandono, segue un immediato messaggio di speranza: alla donna, seduta sui gradini di una chiesa, viene offerto, da un religioso, interpretato da Marcello Dugheria che è anche co-produttore del videoclip, un rosario, quasi a indicare la forza umana e spirituale insieme, cui far ricorso in momenti completamente bui e in situazioni che sembrano senza via d’uscita e che le darà il coraggio di far venire al mondo la sua bambina. Non a caso, dopo la decisione presa a favore della vita, si passa da scene immerse in un contesto di continua penombra, a immagini dominate dalla luce.

Il video, nella sua poesia e bellezza, ricorda la testimonianza della giornalista pro life McAllister che, alle pagine virtuali del webmagazine The Federalist, affidò, qualche tempo fa, la sua confessione a cuore aperto, riguardo un momento di profondo combattimento in cui si trovò a dover scegliere tra una vita apparentemente facile, nel caso in cui avesse scelto di rinunciare alla bambina che portava in grembo e la vita di sua figlia, proiettata però in un futuro che le appariva incerto e nebuloso. Esperienza che condensò nelle parole finali della sua testimonianza: «La morte non dice parole d’amore. C’è solo silenzio. La vita canta di grazia. Ed è davvero sorprendente». Ed è proprio ciò che dà l’impressione di essere questo video: un inno d’amore alla Vita, unica scelta degna di essere considerata, intrapresa e vissuta, perché solo la vita «canta di grazia».

Manuela Antonacci

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