05/01/2022 di Luca Volontè

Le pillole abortive “fai-da-te” fanno sempre più morti tra le donne

Il movimento pro-aborto e l'industria dell'aborto da anni spingono in favore delle pillole per l’interruzione di gravidanza. Diverse iniziative, soprattutto dopo scoppio della pandemia da Covid19, hanno visto le multinazionali pro-aborto promuovere le pillole abortive per posta, anche come modo per aggirare le leggi che limitano l’aborto e facilitarlo durante i lockdown nazionali.

Lo stesso uomo che ha inventato la pillola abortiva, lo scienziato francese Dr. Etienne-Emile Baulieu, aveva però confessato in passato, in un libro del 2013, che usare la pillola abortiva in questo modo è pericoloso. Baulieu aveva detto all’autrice del libro intervista Miriam Claire (“The Abortion Dilemma: Personal Views on a Public Issue”, Xlibris Corporation, 2013) che circa 5 gravidanze su 1000 (0,5%) sono ectopiche. Se la gravidanza ectopica non viene individuata, la donna va incontro ad un disastro, indipendentemente dal fatto che usi o meno la RU486, perché avrà una forte emorragia interna. Questo il motivo per lo stesso medico insisteva che una donna dovesse essere visitata prima di un aborto di qualsiasi tipo, chirurgico o medico.

La gravidanza ectopica presenta un grande rischio, spesso mortale. Come dice Baulieu, infatti, l'unico modo per escludere una gravidanza ectopica potenzialmente fatale è esaminare la paziente. Questo può essere fatto più facilmente facendole un'ecografia. Anche alcuni esami del sangue per misurare gli ormoni della gravidanza, eseguiti a 48 ore di distanza, possono rilevare una gravidanza ectopica. Le gravidanze ectopiche sono difficili da diagnosticare senza queste misure.

Eppure, da almeno un decennio le organizzazioni pro aborto sono totalmente disinteressate alla vita e alla sicurezza delle donne, pur conoscendo i pericoli ed il rischio di morte che esse corrono usando le pillole abortive. Attualmente i dati parlato addirittura di ben il 5-8% delle donne che prendono la pillola abortiva che finiscono al pronto soccorso. Questo dato ammonta a 27.000 donne all'anno negli USA. Se i cosiddetti aborti "autogestiti" diventano più comuni, questo numero potrà sicuramente aumentare.

La FDA ha ricevuto segnalazioni di gravi eventi avversi in donne che hanno preso il farmaco Mifeprex. Nel 2018, quando ancora era molto ridotto l’uso “fai-da-te” delle pillone, ci sono state segnalazioni di 24 morti di donne associate a Mifeprex da quando il prodotto è stato approvato nel settembre 2000, compresi due casi di gravidanza ectopica con conseguente morte e diversi casi di grave infezione sistemica (chiamata anche sepsi), compresi alcuni che rivelatisi fatali.

Secondo il sito ‘LifeNews’, decine di madri sono morte insieme ai loro bambini non ancora nati dopo aver preso il farmaco abortivo mifepristone o RU-486 anche dopo il 2018, cioè dopo la decisione della FDA di non pretendere le cifre ufficiali dei ricoveri o delle morti di donne a seguito della somministrazione delle pillole abortive. Già, ma perché non è stata più chiesta né pretesa questa segnalazione da parte degli ospedali, dei centri abortisti o dei medici? Mistero o pressioni delle multinazionali abortiste?

Nel Regno Unito, dove l’aborto con le pillole a casa è liberalizzato dalla primavera del 2020, con la scusa del Covid, è stato scoperto che nello stesso anno più di una donna su 17 (circa 20 al giorno) che hanno utilizzato le compresse abortive per servizio postale hanno poi avuto bisogno di un trattamento e ricovero ospedaliero. "Secondo un nuovo studio, più di 10.000 donne che hanno usato un farmaco abortivo fai da te fornito dall'NHS (Sistema sanitario inglese) a casa nel 2020 hanno avuto bisogno di un trattamento ospedaliero per affrontare gli effetti collaterali", scrive lo stesso ‘LifeNews”.

Questa è la verità, la strumentalizzazione del Covid a fini abortivi è stata fatta consapevolmente dall’industria abortiva e farmaceutica e le morti e le sofferenze di quelle donne (e bambini) hanno chiari mandanti e complici. Tutte morti che si dovevano evitare e per le quali, temiamo, nessuno mai pagherà.

 

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