14/01/2021 di Manuela Antonacci

L’allarme dei medici sui farmaci bloccanti per la pubertà

Ultimamente, nel Regno Unito, è stato pubblicato e diffuso un documento importante, riguardante le testimonianze e gli studi di diversi medici che sconfessano la bontà dei farmaci bloccanti per la pubertà e che sta svolgendo un ruolo importante, nei recenti procedimenti giudiziari contro il Tavistock, una clinica di genere londinese, in cui, la prescrizione dei farmaci bloccanti riguarda anche minori

Il caso, lo ricordiamo, era stato sollevato da Keira Bell, una donna di 23 anni che aveva 16 anni quando decise di iniziare il "cambio" di sesso, per modificare le sue sembianze da femminili a maschili e, alla quale, come ha testimoniato apertamente, i farmaci ormonali hanno causato gravi danni fisici. La sua accusa, mossa contro i medici della clinica, riguarda la loro incoscienza nell’aver assecondato una richiesta così decisiva e pericolosa avanzata da una minorenne, dato che all’epoca dei fatti, non era affatto in grado di comprendere i rischi a cui stava andando incontro.

E non parliamo di un semplice parere personale, peraltro, Keira ha vinto la causa e le sue accuse sono confortate dalle testimonianze di molti medici sfavorevoli alle medesime cure ormonali. Come ad esempio, Christopher Gillberg, uno psichiatra infantile che ha testimoniato durante il procedimento giudiziario contro il Tavistock, paragonando la prescrizione di agenti ormonali per fermare la fase puberale, nei minori, a un "esperimento a crudo " su giovani del tutto vulnerabili.

Gillberg ha sottolineato, nella sua deposizione, che si tratta di una questione davvero cruciale, di cui è fondamentale occuparsi: "Abbiamo abbandonato la pratica medica basata sull’evidenza clinica e stiamo usando potenti farmaci che alterano la vita di un gruppo di adolescenti e bambini fragili, basandoci su una pura convinzione."

Un aspetto particolarmente grave della questione, riguarda lo scarso livello di consapevolezza dei bambini autistici che sono portati a credere, a causa del bombardamento ideologico che avviene anche tramite la rete, di essere transgender. Anche questo ha portato Levine ad affermare che non si possono offrire interventi medici con effetti così radicali, da risultare anche, in molti casi irreversibili, a bambini indifesi e con un livello di autoconsapevolezza non ancora maturo e tanto più senza che vi siano dei riscontri medico- scientifici fondatamente positivi. Il succo del suo intervento è consistito anche nello sgombrare il campo dall’inganno che i farmaci abbiano effetti reversibili, anzi, nella sua testimonianza, Levine, ha illustrato alla Corte, le gravi complicazioni cardiovascolari causate dagli ormoni cross sex, come i rischi sostanziali di attacchi di cuore, nelle donne e gli alti rischi di emboli, nei maschi.

Per questo l’Alta Corte britannica ha stabilito che la prescrizione degli ormoni bloccanti, negli adolescenti, non possa essere effettuata da alcun medico, senza l’autorizzazione del tribunale. Fortunatamente un’esponente della Camera dei Lord, nella persona della baronessa Nicholson, ha espresso il suo disgusto per questo tipo di trattamento, così rischioso e così irrispettoso, riservato ai giovani: "I bloccanti della pubertà sono  uno straziante esperimento su ragazzi e ragazze immaturi.  Impediscono il normale sviluppo biologico, a favore di una vita futura, dolorosa e triste- il servizio sanitario nazionale non avrebbe mai dovuto permettere un uso così sfrenato del denaro pubblico su interventi chirurgici, con effetti irreversibili, su corpi sani", ha detto.

Nonostante tutto, il direttore del Tavistock ,Polly Carmichael, si è ostinata a difendere questi metodi insistendo sul fatto che ritardare la fase della pubertà con i farmaci bloccanti, darebbe ai pazienti più tempo "per pensare alla loro identità di genere."

Un’affermazione smentita, per tutta risposta, anche da Sophie Scott, una professoressa dello University College di Londra,  che ha sottolineato l'impatto drammatico che queste sostanze hanno sul cervello e denunciando apertamente il Tavistock e l’attuale “regime di trattamento pratico” che non fa che esporre i giovani a rischi altissimi e irreversibili per la loro salute.

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