05/11/2021 di Luca Volontè

La Virginia va ai Repubblicani. Decisivo il tema della libertà educativa dei genitori

"Non penso che i genitori dovrebbero dire alle scuole cosa dovrebbero insegnare", questo era stato il messaggio ai genitori delle scuole della Virginia dall’ex governatore democratico Terry McAuliffe, all’apertura della campagna elettorale quando chiedeva una riconferma al ruolo Governatore del 2021.

Invece è stato sconfitto, proprio e grazie alla forza dimostrata dalle associazioni di genitori che da mesi stavano combattendo contro le amministrazioni scolastiche statali, alle quali chiedevano di interrompere l’indottrinamento LGBTI impartito ai propri figli. Proprio la coriacea difesa della libertà di educazione e dei diritti dei genitori in campo educativo, sono stati i due elementi che hanno determinato la vittoria del candidato Repubblicano Glenn Youngkin ed alla sua elezione a Governatore dello stato.

Una vittoria ampia che porterà ad una maggioranza anche nel parlamento dello Stato, ed ha già consentito l‘elezione del vice governatore e del procuratore generale, dopo un decennio di governo e maggioranza democratica della Virginia. L'aspetto più sorprendente, esemplare ed entusiasmante della campagna elettorale in Virginia, è stato il ruolo che l'educazione ed i genitori hanno giocato nel far vincere il partito repubblicano.

E’ la prima volta che la libertà di educazione e le elezioni dei consigli scolastici locali diventano l’oggetto principale dei dibattici politico-elettorali, la prima volta che libere forme di associazioni di genitori possono determinare risultati politici importanti. In un articolo sul ‘Wall Street Journal’ dello scorso 3 novembre, due dei maggiori esperti di politica educativa americani,  Max Eden e Brad Wilcox, hanno spiegato come la vittoria del repubblicano Youngkin renda il partito Repubblicano un "partito dei genitori".

L'insistenza della sinistra culturale e del partito Democratico nel promuovere l’ideologia LGBTI nelle scuole di ogni ordine e grado ha alimentato le proteste dei genitori e, di conseguenza, l'ondata repubblicana. Un dato oggettivamente a favore della trasformazione dei Repubblicani in partito dei genitori viene dalle indagini demografiche: la maggioranza dei repubblicani dai 18 ai 55 anni sono genitori (61%), mentre solo una minoranza dei democratici lo sono (45%). Nei commenti al voto in Virginia della ‘Reuters’ e del ‘The Guardian’, emerge tutto il livore dei perdenti e le accuse di ‘strumentalizzazione’ che i Repubblicani farebbero della libertà educativa per poter vincere le prossime elezioni di metà termine del novembre 2022.

E’ così? La guerra culturale e la rieducazione dei ragazzi nelle scuole, promossa dai Governatori Democratici e dalla Amministrazione Biden va a tutto vantaggio del partito Repubblicano, come dice il New York Times, ma è la presa di coscienza dei diritti dei genitori in campo educativo che fa la vera differenza. L'educazione è uno dei principali campi di battaglia della politica americana, possiamo dire mondiale, perché oppone la macchina istituzionale di sinistra e dei partiti socialisti e democratici ai genitori, alla libertà educativa dei figli e, in ultima analisi, alla democrazia.

La trasformazione sociale radicale non può più rimanere sottaciuta, l’esempio americano ci dice che i genitori hanno un fondamentale ruolo per contrastarla e possono determinare l’esito elettorale e politico. La grande lezione delle elezioni di martedì 2 novembre in Virginia è che i genitori americani si sono svegliati, hanno preso atto dei pericoli gravissimi che correvano i propri figli e hanno deciso di difendere, non solo il principio, ma anche l’esigibilità del diritto alla libertà educativa. Vedremo lo stesso impegno dei genitori anche in Italia ed in Europa? C’è da augurarselo.

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