06/11/2021 di Francesca Romana Poleggi

La pubblicità dell'utero in affitto, del mercato di donne e bambini

«Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». (art. 12, comma 6, l. 40/2004)
In barba alla legge penale, vigente in Italia, appena citata, non solo su internet c'è ampio spazio alla pubblicità delle fabbriche di bambini (basta googlare termini come utero in affitto o simili), ma gli spot di entità ricchissime - e discutibilissime - come la BioTexCom, vengono trasmessi anche durante i video di You Tube (che però è pronto a bannare, ammonire e sospendere l'account di chi osi fare discorsi politicamente poco corretti). 
Senza contare che grazie alle norme recentemente approvate sarà ancor più difficile, se non impossibile, protestare in modo pubblico (con dei manifesti ad esempio) contro certe turpitudini. Leggete qui il nostro recente Comunicato Stampa  in materia. 
Nel frattempo, a Bruxelles, nel week wnd 6 - 7 novembre, si tiene indisturbata un vero e proprio mercato di donne e di bambini "Men having babies".
 

Per chi, invece, volesse qualche notizia sulla BioTexCom, offriamo ai nostri lettori un approfondimento, uno spunto di riflessione, tratto da un articolo di Renate Klein pubblicato sulla nostra Rivista Notizie Pro Vita & Famiglia , n. 84, aprile 2020

«L'Ucraina è uno dei paesi più poveri dell'Europa orientale e ancora soffre per la guerra civile iniziata nel 2014. La legge consente alle donne di affittare l’utero solo a coppie eterosessuali che mostrano un certificato medico di sterilità. Tuttavia, le donne che vengono assunte come “madri surrogate” (un termine improprio, sono in realtà “surroganti”) non hanno alcun potere contrattuale e sono totalmente nelle mani di agenzie senza scrupoli come la BioTexCom. Spesso sono rifugiate di guerra che non possono tornare alle loro case. E non hanno lavoro.

Sì, la mancanza di figli può essere molto dolorosa, ma infliggere dolore a così tante altre persone è profondamente immorale, indifendibile. 

 

Samantha Hawley, in un documentario trasmesso dalla BBC, ha intervistato anche una madre surrogata reclutata dalla BioTexCom. Lei e suo marito sono rifugiati di guerra e vivono in una città di confine. La loro casa è stata distrutta e non possono tornare indietro. In una situazione tanto disperata è stato difficile resistere all’offerta di “lavoro” della BioTexCom.

La donna ha voluto rimanere anonima, temendo persecuzioni legali da parte dell’azienda. La sua prima gravidanza è stata per una coppia spagnola. Sono stati impiantati tre embrioni, ma in seguito un bambino è stato eliminato: erano troppi. Lei non ha avuto alcuna voce in capitolo e si è dovuta sottoporre senza obiezioni alla “riduzione fetale”, cioè a un aborto parziale. Cinque mesi dopo la gravidanza ha dovuto sottoporsi a un taglio cesareo d'urgenza. I bambini sono morti. Da quel momento è stata completamente abbandonata. Si è dovuta curare da sola e ha dovuto provvedere alla disposizione dei poveri resti da sé. Alla fine le hanno dato 250 dollari. 

Ancora alla disperata ricerca di denaro, inizia un'altra maternità surrogata per una coppia britannica. Ancora una volta vengono impiantati tre embrioni. Questa volta sono due quelli rimasti vittime della riduzione fetale. Anche questa volta dopo 25 settimane un cesareo d’urgenza. Baby Michael però ce l’ha fatta e ora è nel Regno Unito con i suoi compratori, anche se ha problemi di sviluppo. 

Per la BioTexCom, le donne sono «sono solo incubatrici», ha detto alla Hawley: «Non ti trattano come esseri umani, non mostrano alcuna comprensione». 

La giornalista ha ottenuto poi un'intervista con il capo della BioTexCom, Albert Tochilovsky. L’azienda, descritta come «una delle migliori cliniche non solo in Ucraina ma in tutto il mondo», è registrata nelle Seychelles, non in Ucraina. Quindi, quando un avvocato ucraino ha cercato di agire nei confronti dei compratori per costringerli ad eseguire il contratto, si è trovato di fronte a un ostacolo insormontabile: la legge ucraina non si applica alle società registrate all'estero.

Tochilovsky è stato per poco tempo posto agli arresti domiciliari, accusato di traffico di minori, falsificazione di documenti ed evasione fiscale, nel maggio 2018. Ma ad oggi, non è stato avviato alcun procedimento a suo carico.

Nell’intervista, Tochilovsky insiste sul fatto che la BioTexCom non ha alcuna responsabilità [per Bridget] i bambini "difettosi" abbandonati dai compratori - e dalla BioTexCom - al loro destino». 

 

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