30/05/2020 di Manuela Antonacci

La nuova, drammatica, frontiera dell’aborto: adesso si fa “per posta”

Come riporta il quotidiano britannico “ The Sun”, un medico legale delle Midlands sta indagando, ultimamente, sulla morte di un bambino non nato, in seguito ad un aborto avvenuto “per posta”, alla ventottesima settimana di gravidanza.

Ma, cosa vuol dire “aborto per posta”? E’ presto detto: Bpas (British Pregnancy Advisory Service) il principale servizio di assistenza per l'aborto nel Regno Unito, ha dichiarato di aver eseguito più di 8.000 interruzioni di gravidanza tramite "pillole per posta". La procedura si basa sul consulto di un’infermiera o di un’ostetrica, tramite chat o video di 40 minuti, al termine del quale è possibile ottenere la prescrizione per le pillole abortive.

E’ facile immaginare tutti i limiti di una visita online, per di più finalizzata a realizzare una vera e propria interruzione di gravidanza fai-da-te, non certo avulsa da gravi pericoli e conseguenze psicofisiche sulla salute e la psiche della donna

Per di più nel caso specifico, parliamo di un aborto a ben 28 settimane, ovvero quattro settimane oltre il limite legale delle canoniche 24 settimane. Non temiamo di esagerare nel definirlo un vero e proprio assassinio, se pensiamo che i bambini nati prematuramente a 28 settimane hanno in genere una probabilità di sopravvivenza del 90%.

Il Bpas, stesso, tuttavia, che gestisce questo “servizio”, ha confermato che sta indagando sul caso, più altri otto in cui le donne superavano il limite di dieci settimane. Ma parliamo di un ente abortista che in genere esegue 60.000 aborti ogni anno nel Regno Unito, per di più la nuova procedura “incriminata” sarebbe stata autorizzata dal 31 marzo a causa dei tagli, sulle interruzioni di gravidanza, dovuti al coronavirus.

La pretesa che le donne abortiscano “serenamente” in solitudine, ingoiando il veleno che ucciderà il loro bambino, come se si trattasse di una caramella qualunque, suona ancora più scandalosa, alla luce delle parole pronunciate da Clare Murphy, direttore degli affari, presso tale ente, la quale ha dichiarato: “La rapida istituzione di un servizio telematico di aborto medico precoce, all'inizio di questa crisi, è stato un risultato fenomenale nell'assistenza sanitaria delle donne, consentendo loro, di accedere in sicurezza alle cure di cui hanno bisogno a casa.” Insomma, oltre il danno, anche la beffa.

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