21/01/2022 di Ludovico Cristofori

La Metsola pro life ha anche qualche ombra. La attendiamo alla prova dei fatti

Credo ciò che dico, faccio ciò che credo, diceva lo scrittore Victor Hugo parlando dell’importanza della coerenza nella vita. Azioni e parole devono avere tutte la stessa origine, provenire cioè tutte da una medesima convinzione interiore.

Considerato il contenuto delle recenti dichiarazioni rilasciate da Roberta Metsola, non a torto ci si chiede quale sia la reale convinzione interiore in materia di aborto della parlamentare maltese che, con i suoi 43 anni appena compiti, è la più giovane presidente che il Parlamento Europeo abbia mai avuto.

Fino a pochi giorni addietro, la parlamentare del PPE si dichiarava convintamente «pro life». E coerentemente con le sue parole aveva diverse volte votato contro documenti pro choice del parlamento europeo, non ultimo il famigerato rapporto Matic sulla salute sessuale e riproduttiva delle donne, quel rapporto cioè che tra i vari contenuti approva il concetto di aborto come “diritto umano” riconosciuto dall’Europarlamento.

Sulla scorta di queste informazioni, avevamo salutato con parole di fiducia e speranza il suo approdo alla presidenza del parlamento europeo. «Ci aspettiamo da Metsola – si legge nel nostro comunicato stampa – un cambio di passo rispetto alle passate presidenze, affinché sia messa in campo una politica rispettosa della vita nascente [e dei] veri diritti delle donne».

Tuttavia il giorno della sue elezione, la Metsola, in occasione della sua prima conferenza stampa da presidente, ha chiarito che la sua posizione in materia di salute riproduttiva è identica a quella del Parlamento, il quale ha più volte ribadito la necessità di garantire sempre di più l’accesso ai servizi di salute riproduttiva al fine di raggiungere la parità di genere e combattere la violenza di genere.

Nel rispondere poi ad alcune domande poste da un gruppo ristretto di giornalisti al termine della conferenza stampa, ha ulteriormente chiarito la sua posizione sul tema dell’aborto. «C’è un contesto particolare a Malta, - ha dichiarato la neopresidente, come riportato dall Corriere della Sera on line - c’è un protocollo che come deputati europei maltesi siamo costretti a seguire e non dare voti che possano portare a un dibattito sull’aborto a Malta perché se deve avvenire deve essere deciso a livello nazionale. Ora difendo la posizione del Parlamento e non voterò più risoluzioni con questo tema per mantenere l’oggettività e assumermi la mia responsabilità».

Parole sicuramente “diplomatiche”, forse non pienamente coerenti con il suo passato personale, ma che – speriamo – sono frutto di una volontà a non tirare troppo la corda all’interno dello stesso Europarlamento, per non incappare, in futuro, nel ricevere i bastoni tra le ruote da parte dei molti pro-choice presenti in Aula. Ci si chiede, dunque, se le dichiarazioni abbiamo di fatto svelato una profonda ipocrisia nella Metsola (ci auguriamo ovviamente che non sia così) o se oppure le sue parole sono semplicemente una scusa per mascherare il suo cambio di rotta in realtà dovuto al fatto che ora ricopre un ruolo istituzionale e quindi deve sottostare a ulteriori e superiori logiche politiche sovrannazionali.

Ai posteri l’ardua sentenza. Stare sicuramente a guardare e ad analizzare il suo operato, attendendo la stessa Metsola alla prova dei fatti. Certamente in lei – questo va detto – non è tutto oro quel che luccica, soprattutto per quanto riguarda le tematiche pro family. Un vecchio documento redatto dalla Kumquat Consult per la Open Society European Policy Institute, risalente alla vecchia legislatura comunitaria, quella che va dal 2014 al 2019, prendeva in esame molti Europarlamenti, tra i quali proprio Roberta Metsola. In particolare si faceva un elenco di chi veniva ritenuto affidabile per la realizzazione delle note finalità della Open Society di Soros.

Nel lungo elenco di ben 226 membri, accanto ai 14 nomi dei deputati italiani - tra cui spiccano il sindacalista ed ex sindaco di Bologna Sergio Cofferati, l’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la cofondatrice del quotidiano “la Repubblica” Barbara Spinelli - troviamo proprio la scheda dell’attuale neo presidente del parlamento europeo. La Metsola viene indicata come persona interessata alla gender equality e ai diritti LGBTI a tal punto da essere stata, nella precedente legislatura, la relatrice ombra della relazione Lunacek, vale a dire della tabella di marcia dell’Unione Europea per affermare i diritti LGBTI. Relazione che ebbe 394 voti favorevoli tra i quali proprio quelli di Cofferati, Gualtieri e della giovane Metsola!

La promessa fatta poc’anzi, dunque, rimane valida più che mai. Staremo a vedere e vigileremo. Sempre.

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