04/01/2020

La drammatica Italia degli aborti, ben nove ogni ora

Una cifra esorbitante, ben ottantamila all’anno e non parliamo di nascite ma di aborti che si compiono, inesorabilmente ogni benedetto anno. Per averne un’idea più precisa, si tratta di nove interruzioni di gravidanza all’ora. Cifre ufficiali che descrivono un’immane strage silenziosa che si svolge sotto i nostri occhi, senza che nessuno faccia niente per fermarla. Senza contare, poi, gli aborti che si compiono clandestinamente, il cui numero non ci è dato di sapere. Eppure, nella prima celebrazione eucaristica del 2020, Papa Francesco ha pronunciato parole chiare sull’argomento, nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, che si celebra ogni 1 gennaio, ha infatti detto: “Le donne sono fonti di vita, eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità". Tuttavia "quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare". E allora "va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati!".  E, infine "pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica”. Insomma, parole che la dicono lunga su un Paese, come il nostro, che permette una simile strage di innocenti, pure legalizzata, al cui confronto Erode risulta davvero un dilettante.

C’è ancora molta strada da fare, infatti, perché si affermi una vera cultura della vita che si impegni nella sua difesa, dal concepimento fino alla fine, in ogni sua fase e forma. Una battaglia dell’uomo per l’uomo che paradossalmente, invece, risulta ancora “controcorrente” e appannaggio di pochi, visti come esaltati, definiti addirittura “ultracattolici”, come se difendere l’uomo derivasse da un dogma di fede e non fosse semplicemente una battaglia di ragione dettata dal buonsenso.

Eppure appare sempre più chiaro che solo i pro life, oggi, si pongono davvero il problema di fare ciò che ha raccomandato il Papa durante la sua omelia, ovvero di tutelare la vita, la salute e la dignità, oltre che del bambino, anche della donna, perché si sa, l’aborto deresponsabilizza tutti rispetto alla sofferenza della madre in difficoltà che, invece, dopo l’interruzione di gravidanza, rimane sempre e comunque la madre di un bambino morto, con tutte le conseguenze psicologiche che ciò comporta. E’ questo carico importante che i movimenti pro life oggi, rispondendo anche all’appello del Papa, gestiscono e spesso con successo, altro che ritorno al Medioevo! Perché oggigiorno chi dice di essere dalla parte della donna, diffondendo una mentalità più spietata che progressista, finisce per negarle persino la possibilità di elaborare il lutto per la perdita del proprio figlio, privandola del diritto alla verità e cioè del diritto a prendere coscienza del fatto che oggettivamente la donna che abortisce ha perso il proprio bambino e non un grumo di cellule.

 

di Manuela Antonacci                   

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