06/11/2023 di Alessia Battini

La doppia faccia di Macron: contrario al linguaggio gender ma fautore dell’aborto

Il presidente francese Emmanuel Macron ha inaugurato laiCité internationale de la langue française, aperta in un castello del Rinascimento voluto da Francesco I. Nel discorso tenuto in questa occasione, ha dichiarato, in riferimento alla recente diffusione della cosiddetta “scrittura inclusiva” che «non dobbiamo cedere allo spirito del tempo», ma «mantenere anche i fondamenti della lingua francese, le basi della sua grammatica, la forza della sua sintassi».

Si oppone quindi, ad esempio, all’inserimento del genere neutro che in lingua francese corrisponde al maschile, come in italiano: «non abbiamo bisogno di aggiungere puntini in mezzo alle parole, oppure trattini o altre cose per rendere la nostra lingua leggibile», ha dichiarato Macron. Ha poi aggiunto che la lingua francese rappresenta «un cemento» in un momento in cui «si torna a dividere, in cui si vorrebbero le comunità, le religioni e le origini una contro l’altra».

Questa dichiarazione è stata fatta in corrispondenza con il dibattimento in Senato di un testo legislativo, presentato dalla senatrice Pascale Grunyra, che prevede di rendere illegale l’utilizzo del linguaggio inclusivo nei documenti ufficiali, negli atti giuridici, nei regolamenti e nei contratti, oltre a vietare le parole grammaticali che costituiscono neologismi come “iel”, ovvero la contrazione di “il” (lui) e “elle” (lei). Il testo è già stato approvato dalla commissione Cultura, Educazione e Comunicazione ed è stata redatto dai partiti di centro-destra.

Se su questo tema le posizioni nette del presidente francese sono assolutamente condivisibili, altre dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi ci hanno lasciati però interdetti: Macron ha infatti – e non è purtroppo nuovo a posizioni di questo tipo – ha promesso di inserire il diritto d’aborto nella Costituzione francese entro il 2024.

Stando a quanto comunicato, il progetto di legge sarà presentato entro la fine dell’anno in modo che dall’anno prossimo la libertà delle donne di interrompere la gravidanza sia “irreversibile”. Come in Italia, anche in Francia l’aborto è stato depenalizzato negli anni ‘70, più precisamente nel 1975, ma non è coperto da alcuna garanzia costituzionale.

I diritti costituzionali sono di per sé considerati fondamentali, davvero vogliamo riconoscere come tale la possibilità per una madre di uccidere il suo bambino? Se pensavamo che fosse stato fatto un passo avanti da parte di Macron con le dichiarazioni sul linguaggio incluso, subito la realtà ci dimostra che nel mentre si sta compiendo un grosso salto all’indietro.

 

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