24/03/2022 di Luca Volontè

La deriva del Cile. L’aborto come “diritto” nella nuova Costituzione

Alla fine i progressisti ci sono riusciti, dopo aver sostenuto il nuovo Presidente del Cile con ogni mezzo nella sua vittoria elettorale, ad una settimana dalla sua entrata in carica, hanno già ottenuto un risultato eclatante: l’introduzione nella nuova Costituzione di aborto, educazione sessuale LGBTI e della pianificazione familiare come diritti fondamentali.

Il “diritto” all'aborto è stato incluso nella bozza finale della nuova Costituzione cilena dopo che la plenaria dell'assemblea ha approvato un articolo sui diritti sessuali e riproduttivi che lo sancisce l'inclusione di questo articolo, tuttavia, è solo il principio generale su cui le leggi dovranno essere redatte in seguito, per fissare scadenze, processi e altri dettagli che dovranno passare attraverso i dibattiti al Congresso.

L’unica vera possibilità di fermare questo scempio è data dal referendum popolare che entro il prossimo anno dovrà approvare o respingere l’intero testo di riforma costituzionale. Nel testo approvato la scorsa settimana si legge: «Lo Stato garantisce l'esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi (...) così come l'accesso all'informazione, all'educazione, alla salute, ai servizi e alle prestazioni necessarie per questo», dice l'articolo che assicura alle donne «le condizioni per una gravidanza volontaria e protetta, l'interruzione volontaria della gravidanza, il parto e la maternità».

I diritti sessuali e riproduttivi includono «il diritto di prendere decisioni libere, autonome e informate sul proprio corpo, sull'esercizio della sessualità, sulla riproduzione, sul piacere e sulla contraccezione». Soddisfazione è arrivata da parte dei rappresentanti delle multinazionali abortiste, che hanno affermato come il Cile sia ora «uno Stato che riconosce i diritti sessuali e riproduttivi, come prima cosa, qualcosa che non avevamo prima», ha detto all’agenzia Reuters Danitza Pérez, che dirige l'associazione di avvocati femministi Abofem.

Dal 2017 in Cile l'aborto è permesso solo per tre motivi: quando la vita della madre è in pericolo, quando il feto o l'embrione non è vitale e quando la gravidanza è il risultato di uno stupro. Lo scorso novembre, invece, un progetto di legge per estendere la depenalizzazione dell'aborto e permettere l'interruzione volontaria della gravidanza fino a 14 settimane di gestazione era stato bocciato dalla maggioranza conservatrice che poi però ha perso le elezioni nel dicembre scorso.

L'articolo pro aborto in Costituzione, invece, è stato ora votato con 108 voti a favore, 39 contrari e 6 astensioni. La bozza della nuova Costituzione, che cerca di sostituire il testo ereditato dalla dittatura di Augusto Pinochet e che ha subito successive riforme nel corso degli anni, deve essere sottoposta a un referendum una volta redatta. L'assemblea ha tempo fino ad aprile, con la possibilità di un'estensione di tre mesi, per redigere e concludere la nuova Costituzione.

Ovviamente il giubilo tra le file della sinistra radicale e degli abortisti non si è fatto attendere, mentre con lo slogan "Lasciate che il popolo nasca", il Colectivo por las Dos Vidas (Collettivo per le due vite) ha manifestato il suo rifiuto per l’approvazione dell'aborto libero. I vescovi cileni, invece, hanno reagito rapidamente all'inclusione dell'aborto come diritto e in un comunicato hanno denunciato che «questa norma, di per sé, è un gravissimo attacco alla dignità della persona umana e ai suoi diritti fondamentali, al di là di qualsiasi concezione religiosa». Ricordano anche che «non si stabilisce nessuna condizione o limitazione per questo diritto, né si dà un mandato al legislatore per regolamentarlo per legge, il che lascia la strada aperta per permettere l'aborto in ogni caso».

Una volta che l'aborto sarà stabilito come un diritto costituzionale senza alcuna restrizione, qualsiasi legge che cerchi di regolamentarlo può essere dichiarata incostituzionale. In questo modo, potrebbe accadere che creature nel grembo materno anche di sette o otto mesi o che stanno per nascere possano essere abortite.





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