Proprio oggi, in seconda serata, andrà in onda su RaiTre un film documentario dal titolo “;Io sono Sofia”.
Agi lo presenta come una storia rivolta «a tutti coloro che stanno lottando per vedere riconosciuta la propria natura e i propri diritti». Molto interessante come tematica, vediamo insieme di che cosa si tratta.
«Sofia ha 28 anni ed è una donna nata maschio». ALT! Occorre già fermarsi e riflettere su cosa stiamo leggendo. Non si era parlato, proprio poco prima, di «veder riconosciuta la propria natura»? In natura, dunque, sarebbe mai possibile che una donna nasca maschio? Andiamo avanti.
«Ha tenuto nascosti il suo corpo e la sua natura per anni, fino alla scelta coraggiosa di rendere pubblico il suo percorso e di condividere i suoi interrogativi». Altra frase insidiosa. C’è, infatti, da chiedersi: in questo nuovo riferimento alla natura, di cosa si parla? Per la biologia è chiaro: esistono solo due sessi, quello maschile e quello femminile. Sono dati genetici, camuffabili esteriormente, ma pur sempre immutabili.
L’ideologia gender afferma che si possa essere maschi o femmine a prescindere dal proprio sesso. Eppure, sono sempre più i casi in cui le scuole ospitano corsi di indottrinamento gender.
Così, bambini e ragazzi in difficoltà a riconoscersi nel proprio corpo e, quindi, comprensibilmente vulnerabili, una volta confusi da questa ideologia, vengono portati a credere di dover cambiare, come se il loro corpo fosse un errore.
E questo sarebbe, forse, il loro bene: proporre come soluzione cure ormonali per bloccare lo sviluppo? Invitarli a sottoporsi ad interventi chirurgici, che comportano la mutilazione dei propri organi genitali?
Ebbene, a pochi mesi dalle lezioni gender di Luxuria sulla Rai, ecco un nuovo programma televisivo che inevitabilmente veicola questa dannosa ideologia. E, a pagarne il prezzo, sono, come sempre, i più piccoli.
Luca Scalise