07/07/2020 di Manuela Antonacci

«Io, omosessuale, contro il ddl Zan». Intervista a Mario Ravetto

 “Di questo ddl penso tutto il peggio possibile”, ha esordito così all’inizio della nostra intervista Mario Ravetto Flugy, componente dell’Assemblea Nazionale di Fratelli d'Italia, a proposito del disegno di legge contro l’omo-transfobia, altrimenti detto legge Zan dal nome del suo primo firmatario e relatore, l’onorevole Alessandro Zan del Partito Democratico, peraltro da anni attivista LGBT. La legge modifica, ampliandoli, gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, rispettivamente legge Mancino e Reale, che puniscono i reati e i discorsi basati sull’odio razziale, etnico e religioso, inserendo anche atti discriminatori basati “sul genere, orientamento sessuale o identità di genere”. Il disegno di legge in questione, peraltro, non punisce solo atti di violenza ma anche la “propaganda e la diffusione” di idee non in linea con lo spirito del ddl e le punisce non solo con pene pecuniarie (fino a 6.000 euro di multa) ma anche con la reclusione da 1 a 6 anni.

Abbiamo chiesto, allora, uno spassionato parere su questa infausta proposta di legge, appunto a Mario Ravetto Flugy, che, omosessuale dichiarato ha da sempre militato nella Destra, ricoprendo ruoli dirigenziali prima nelle giovanili del MSI e nel MSI stesso ,poi in AN ed oggi in Fratelli d’Italia e che, in passato, si è pronunciato anche contro il ddl Cirinnà, pronunciando severe parole di condanna a riguardo, in quanto decreto mirante a scardinare il “fondamento stessa della Società umana, così come è sempre stata e dovrà continuare ad essere e sino al Giorno del Giudizio”.

 

Innanzitutto cosa pensa in merito a questo disegno di legge?

«Tutto il peggio possibile. Intanto, vorrei fare una considerazione di fondo: l’intenzione dichiarata dagli Lgbt che, sia ben chiaro, non rappresentano la maggior parte degli omosessuali, sarebbe quella di conseguire il fine per cui gli omosessuali, uomini e donne, vengano considerati cittadini e cittadine come tutti gli altri. Allora la prima cosa da rilevare è l’enorme contraddizione di queste legislazioni speciali che vengono pretese e sostanzialmente imposte, che dimostrano l’esatto contrario. Con questi provvedimenti l’omosessualità è categoria protetta, anzi privilegiata. Non siamo di fronte a cittadini come tutti gli altri, ma AL DI SOPRA degli altri. In più il testo presenta profili di incostituzionalità, a mio avviso, evidenti, sostanzialmente limitando la libertà di opinione. Nonostante gli interventi politici, negli ultimi anni, abbiano fatto un po’ strame del corpus giuridico italiano, abbiamo comunque ancora un ottimo codice civile e penale, per cui io trovo che tutto ciò che si vuole impedire sia già ampiamente garantito dalla legislazione vigente, perché gli atti di violenza sono puniti in modo severo dal codice penale e lo stesso vale per gli atti di violenza verbale, quali la diffamazione, la calunnia, l’incitamento all’odio. Allora perché tutto questo? Io temo che la minoranza organizzata ed intollerante rappresentata dalla “ufficialità” Lgbt, voglia intimidire chi si rifiuta di accettare ”il loro pensiero unico”. Guardate che bisogna fare una netta partizione. Noi omosessuali siamo cittadini come tutti gli altri, poi c’è una minoranza organizzata che, al di là del dichiarato desiderio di essere cittadini come tutti gli altri, in realtà vuol costituire una classe sociale privilegiata, garantita in questo dalla proibizione e punizione del dissenso altrui. Sia ben chiaro, però, che la libertà di opinione, non può e non deve arrivare a tollerare episodi come il pestaggio dei due ragazzi che passeggiavano mano nella mano, nelle vie di Pescara».

Il ddl Zan potrebbe acuire le tensioni sociali?

«Sì. Ho notato una grandissima preoccupazione nei genitori che cominciano ad avere paura, perché soprattutto le ultime generazioni genitoriali, oggi, non temono tanto di avere un figlio omosessuale o lesbica, quanto piuttosto, il condizionamento. Facendo politica parlo con le persone e vedo grande preoccupazione: il ragionamento è che, se un ragazzo o una ragazza, decidono di vivere la propria omosessualità liberamente perché si riconoscono per natura in tale condizione è un conto ma che lo diventino a causa del martellamento pseudo culturale, a scuola ed in ogni luogo ed aspetto della vita social ,ecco, questo i genitori non sono disposti a tollerarlo. Sono convinto che se, per sventura, questa legge dovesse passare, noi tutti, Associazioni e Partiti dovremmo proporre immediatamente un referendum abrogativo che lor signori perderebbero sonoramente perché sarebbero le famiglie e mi sia consentito anche molti omosessuali desiderosi di VERA eguaglianza e serenità ad andarne a votarne l’abrogazione. Questa è una legge che, appena si dovesse sollevare un incidente davanti ad un giudice, e quindi dovesse finire in Corte Costituzionale, potrebbe saltare subito. Ma siamo sicuri che la Consulta lo farebbe? Purtroppo, l’esperienza ci lascia fortemente dubbiosi. Per tale motivo, reputo inevitabile il ricorso al referendum abrogativo».

Cosa ne pensa dell’intervento di Arcilesbica?

«Io penso che, anche in questo caso, voi donne dimostriate molto più senso pratico di noi uomini. Arcilesbica, ha attaccato frontalmente la questione del gender. Si sono sentite defraudate come donne e come donne omosessuali di una serie di conquiste che le donne hanno conseguito negli ultimi decenni. Il grande servizio che le donne omosessuali stanno rendendo a tutti... pur stando attente a non dirlo apertamente ... è la parte più pericolosa che sta dietro questo ddl...ma, direi, dietro l’azione dell’Lgbt a livello planetario. Per essere molto molto chiari. La nuova battaglia dell’Lgbt è IMPORRE la sessualità! A loro non basta più l’accettazione pacifica della sessualità naturale di ognuno di noi, che, comunque, pretendono, nel caso essere la omosessualità non essere criticabile e nel caso, punita con terribili sanzioni .Loro adesso pretendono che si scelga la sessualità, con tutti i mezzi che ormai conosciamo molto bene. Temo che questa prepotenza, possa alla fine, provocare davvero intolleranza verso gli omosessuali, una intolleranza che in questo Paese sostanzialmente non si conosce da molti decenni. E se ciò dovesse accadere, la responsabilità sarà da imputare intieramente all’Lgbt che con la sua intolleranza aggressiva, sta davvero spaventando la gente. E , siccome, parliamo di bambini e bambine e di ragazze e ragazzi, l’Lgbt non potrà contare sull’effetto paralizzante della paura. Milioni di Genitori si ribelleranno. E’ inevitabile. E così torniamo alla necessità di pensare sin da subito al referendum abrogativo. Guardi che con quella legge rischio io, ma si rende conto, io di poter ricevere una denuncia per omofobia. Ma questo è comico! Infine, tutto questo si aggiunge alla tensione di un popolo, già impaurito per quello che ci aspetta da qui a qualche mese e che temo da ex imprenditore e uomo politico possa essere, come dice qualcuno in queste ore, devastante».

Secondo lei esiste un'emergenza omofobia in Italia?

«Non esiste. Abbiamo ottimi codici penale e di procedura penale che puniscono qualunque tipo di atto di violenza contro gli omosessuali, ma non in quanto tali, ma perché CITTADINI, Vivaddio! Tanto è vero che già hanno acchiappato uno dei due aggressori di quei ragazzi di Pescara. Hanno usato l’attuale codice penale per acchiappare questo idiota violento che è già in galera. Proprio quello su cui strepitano da 2 giorni, cioè l’aggressione ai due ragazzi, dimostra che non c’è bisogno di questa legge. Piuttosto si stabilisca per legge che nei casi di violenza per pregiudizio religioso, razziale e sessuale non esistono più sconti di pena né attenuanti, né indulti ecc. Insomma, si tuteli la Persona in quanto tale. Le aggravanti perché omosessuali o transessuali o transgender, contraddicono, ancora una volta ,il dichiarato desiderio di uguaglianza e normalità e conclama la volontà fanatica da parte dell’Lgbt ,di creare una nuova CASTA di privilegiati intoccabili!».

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