25/02/2022 di Manuela Antonacci

In provincia di Gorizia la “carnevalata” dello scambio di sessi tra studenti

Un’intera settimana in abiti carnevaleschi, quella programmata all’I.S.I.S Sandro Pertini di Monfalcone, in provincia di Gorizia, dove la preside, la dottoressa Carmela Piraino, ha pensato di organizzare delle giornate a tema (personaggi delle serie tv, look anni ’90, abiti da sera ecc.) per cercare, di «ricreare quel clima sereno, messo a dura prova dalle misure degli ultimi periodi e dalla didattica a distanza».

Nulla da eccepire, anzi. In prima battuta sembrerebbe anche un’iniziativa lodevole, se non fosse per la giornata dedicata allo “scambio dei sessi”, di cui davvero non si capisce il senso. Un’iniziativa, inoltre, che arriva dopo vari episodi legati proprio al “dress code”, che gli studenti dovrebbero tenere non ovviamente per imposizione, ma per semplice e normale rispetto di un luogo istituzionale, di crescita e di formazione come proprio la scuola è. Eventi che hanno visto massacrati i docenti, “colpevoli” di aver invitato gli studenti semplicemente e ingenuamente a tenere un abbigliamento consono. Ricordiamo, per esempio, il professor Martino Mora, reo di essersi rifiutato di fare lezione in presenza di tre studenti vestiti in abiti femminili, o la professoressa di una scuola di Roma che ha osato rimproverare un’alunna che ballava a pancia scoperta in classe.

Nel contesto generale, dunque, l’iniziativa della giornata di carnevale a tema “scambio di sessi” sembra alquanto fuori luogo. Sulla questione è inoltre arrivata una nota di alcuni consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, che hanno sottolineato la «confusione», nel clima generale, acuita dalla «giornata dedicata allo "scambio di sessi”».

La strada dello “scambio” di vestiti in un’iniziativa di carnevale, infatti, rischia di ridurre un argomento molto delicato – soprattutto nelle scuole - come l’identità sessuale a una «indecente pagliacciata carnevalesca». E ancora una volta, aggiungiamo noi, a subirne le conseguenze è l’immagine – e la serietà – dell’istituzione scolastica, come luogo cardine – insieme e in comunione con la famiglia – di crescita, formazione ed educazione.

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