10/12/2021 di Luca Volontè

In Peru la priorità del Governo è l’educazione gender nelle scuole. Genitori in protesta

Nei giorni scorsi vari gruppi di associazioni di genitori in Peru hanno protestato perché il Ministero dell'Educazione (MINEDU) ha pubblicato una "Guida per implementare un'educazione sessuale completa" nelle scuole, senza sentire alcun bisogno di informare i genitori né di consultarli, in palese contraddizione con quanto la Costituzione del paese prevede sulla compartecipazione dei genitori alle scelte educative che riguardano i figli.

La direttrice di Asociación Origen, Giuliana Caccia, ha denunciato le azioni del governo del presidente Pedro Castillo, un ex insegnante che non ha mai fatto mistero di essere marxista e comunista. "Il MINEDU ha sviluppato le linee guida, la guida per l'attuazione e, presumibilmente, i contenuti dell'ESI (Comprehensive Sex Education) in un processo decisionale che non ha coinvolto la partecipazione dei genitori, violando un diritto fondamentale", ha denunciato Caccia sul suo account Twitter. Purtroppo già nell'aprile 2019 la magistratura peruviana si era accordata con il governo per permettere l'"approccio" di genere nel curriculum nazionale dell'educazione di base (CNEB). In questo contesto il MINEDU ha pubblicato la controversa "Guía para Implementar la Educación Sexual Integral. Recurso educativo dirigido a docentes de educación básica regular", che, tra le altre cose, incoraggia l'applicazione dell'ideologia di genere e dei cosiddetti "diritti sessuali" nelle scuole.

Sempre Giuliana Caccia ha dichiarato che "ci sono diversi punti pericolosi inclusi in questa guida, soprattutto quelli che violano chiaramente i diritti dei genitori di essere i primi educatori nei valori dei loro figli e, di conseguenza, l'integrità fisica e psicologica dei bambini". Se non ci saranno forti proteste o denuncie alla Corte Costituzionale, ad inizio del 2022, ogni scuola sarà obbligata ad integrare i contenuti dell’insegnamento in base ai principi della ideologia gender, proprio in base ai contenuti in questa ‘Guida’. Gli insegnanti, quindi, dovranno distribuire materiali didattici consoni all’acquisizione degli insegnamenti per i bambini e, in tutto ciò, le associazioni e anche i genitori non saranno stati nemmeno consultati. 

Gaby Pacheco, portavoce dell'associazione civile Padres en Acción, ha protestato contro il Ministero accusandolo del fatto che,  per redigere la ‘Guida’ ESI, non solo "non ha chiesto la rappresentanza dei genitori", ma "è stato consigliato da rappresentanti di ONG che hanno una propria agenda" LGBTI. Un esempio? "A pagina 9  della ‘Guida’, si suggerisce che, di fronte a un problema, gli insegnanti possono coinvolgere le ONG nell'educazione sessuale dei bambini, così come altre istituzioni. Nel secondo punto menzionano le 'famiglie', ma non i genitori come agenti che dovrebbero agire nell'educazione dei loro figli”. Ancora, a pagina 45, dove si indicano le date da festeggiare, non c’è “né la festa della mamma né quella del papà”.

Liggia Agurto, rappresentante del collettivo peruviano del nord "Piura per la vita e la famiglia", ha detto che la diffusione della “Guida’ e il suo contenuto "li coglie di sorpresa, in questo momento di pandemia e di malgoverno anche nel campo educativo e in piena discussione sul rientro in aula dei bambini o il prosieguo dell’insegnamento in ‘DAD’. Il Governo nazionale, invece di promuovere e implementare standard e protocolli di controllo sanitario per il ritorno alle classi, sta imponendo questo manuale carico di ideologia di genere e lontano dal contenere verità scientifiche”. Altre critiche sono piovute sul Governo anche da Guadalupe Valdez Santos, direttore dell'associazione Promujer y Derechos Humanos, nel sud del Perù, che ha descritto la ‘Guida’ come "un attacco al diritto dei genitori di educare i loro figli sulla loro sessualità nel modo che ogni famiglia ritiene opportuno".

La battaglia è appena iniziata ma c’è da star certi che i genitori peruviani non cederanno nemmeno un millimetro davanti alla sfida insulsa di un governo che dimostra di allearsi con le peggiori ideologie arcobaleno.

Dalla parte dei genitori, fortunatamente, ci sono le normative: La Costituzione del Perù - art. 13; la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (artt. 26.1, 26.2); la Dichiarazione americana dei diritti e dei doveri dell'uomo (art. XII, par. 1° e 3°); il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (art. 13.3 e 13.4); la "Convenzione americana sui diritti umani (art. 12.4); il Patto internazionale sui diritti civili e politici (art. 18.4); la Convenzione sui diritti del bambino (art. 28); e il General Education Act. (art. 5), sono tutti documenti che prevedono e sanciscono il diritto dei genitori nell’educazione dei propri figli.

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.