17/07/2020 di Manuela Antonacci

Il sì del chirurgo al trapianto di utero nei transgender

Incredibile ma vero: un importante chirurgo specializzato in chirurgia di riassegnazione del sesso ha affermato candidamente che agli uomini dovrebbe essere concesso di farsi impiantare un utero, se vogliono avere figli.

Il medico in questione è Christopher Inglefield e ha fondato una vera e propria Clinica Transgender a Londra. Secondo il suo incredibile pensiero il trapianto di utero negli uomini, non sarebbe niente di eclatante, in quanto potrebbe essere paragonato a quello delle donne nate senza utero. Il medico si chiede pure, come mai, se ciò è possibile nelle donne, non possa esserlo, anche per gli uomini che si percepiscono donne. Peccato che questo parere possa essere definito spassionato sì, ma non disinteressato, in quanto il medico in questione, sarebbe proprietario di una clinica che richiede diverse migliaia di sterline, per ognuna delle sue numerose procedure chirurgiche, riservate appunto ai transgender.

Tra le varie operazioni sarebbero previsti interventi di mastoplastica additiva ma anche, al contrario, mastectomie e interventi chirurgici ai genitali, a seconda delle esigenze e delle richieste dei pazienti.

In realtà, non parliamo di fantascienza (purtroppo!): già sei anni fa, in Svezia, si sarebbe verificata la nascita del primo bambino per mezzo di un trapianto di utero. Questo ha portato Inglefield, sulla base di non si sa bene quale equivalenza, ad affermare che una procedura simile sarebbe “estremamente importante”, per qualsiasi uomo che voglia partorire. Addirittura si sarebbe spinto a dichiarare che dare un utero ad un uomo, sarebbe “essenzialmente identico” all’impiantare un utero in una donna sterile, ma, fortunatamente, forse in un sussulto di buonsenso, ha anche ammesso che ci sono “confini chiaramente anatomici”.

E se questo non vi sembra abbastanza, ci si è messo anche un portavoce dell’Autorità per la Fecondazione Umana e l’Embriologia che ha affermato, come se fosse una questione di limiti puramente tecnici: «Attualmente non esiste una normativa che impedisca ad una persona, che ha ricevuto un trapianto di utero, di sottoporsi ad un trattamento di FIVET. La legge, nella sua versione attuale, non richiede che la persona che porta in grembo un bambino abbia ottenuto un certificato di riconoscimento di genere, che attesti che è di sesso femminile, prima di sottoporsi al trattamento di fertilità».

Ma il carico da novanta, lo ha aggiunto Liz Armstrong, responsabile dello sviluppo dei trapianti presso l’NHS Blood and Transplant, secondo la quale: «Nel Regno Unito non è stato ancora effettuato alcun trapianto di utero. Se si dovesse procedere, sarebbe regolato come qualsiasi altro trapianto di organi».

E già perché, come sempre, da questa mentalità che sta finendo per far scivolare la nostra civiltà sempre più vero il “transumenesimo”, traspare sempre più chiaramente che certi “diritti” hanno il sapore delle “pretese”, pretese capricciose che guardano solo al proprio io e che per esso passerebbero sopra ogni limite naturale e di minimo buonsenso, poco curandosi delle conseguenze nefaste che la realizzazione di certi improbabili sogni, avrebbe, come in questo caso, non solo sui singoli, ma sulla civiltà stessa.

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.