09/04/2021 di Manuela Antonacci

Il revisionismo colpisce anche Dante. Ora il Sommo Poeta diventa gay-friendly

Non c’è pace per il “sommo poeta”. Una sorta di tiro alla corda è quello a cui il padre della lingua italiana ultimamente è stato sottoposto, da parte di due scuole di pensiero: chi lo vuole omofobo, antisemita ed islamofobo e chi invece lo inserisce niente meno che nell’alveo del pensiero progressista più audace.

Almeno quest’ultimo è il tentativo compiuto da Teodolinda Barolini, statunitense ma di origine italiana, docente alla Columbia University, presidente della Dante Society dal 1997 al 2003 e intervistata dal Corriere della Sera, secondo la quale, Dante, sarebbe un innovatore, non tanto nella poesia, ma nelle sue visioni sociali. Un tentativo audace, quello della Barolini, audace proprio come il titolo del suo libro «The Undivine Comedy», in cui sarebbe presentato addirittura un Dante senza Dio, appunto “undivine”. E come sarebbe questo Dante senza Dio? È presto detto: pro gay, femminista, anzi gender, un Dante aperto all’ altro”, un Dante insomma «progressista» come dice la studiosa.

Barolini avanza spedita e ci mostra anche un Dante “furbetto” che sarebbe riuscito ad evitare la mannaia della censura, grazie all'abile uso dell'allegoria. Non solo, a detta della studiosa, il sommo poeta sarebbe anche un riformatore, un rivoluzionario, uno molto avanti per i suoi tempi, avrebbe addirittura dato la parola alla protagonista femminile, non lasciandola muta e beata in un angolo, come mero oggetto di contemplazione della sua bellezza angelicata. Beatrice, anzi, «non fa che parlare. E riconosce i dubbi di Dante secondo il suo “infallibile avviso”. Posizione rivoluzionaria».

In un crescendo di entusiasmo (o di delirio?) poi, l’accademica sottolinea come Beatrice sia «una fonte di desiderio erotico», dunque dite pure addio alla “donna che porta al cielo”, perché questa Beatrice continuerebbe ad essere una “sex bomb”, agli occhi di Dante, anche durante la visita del poeta al Paradiso.

E la riprova (udite, udite!) di questo aspetto piuttosto “dark inside” di Dante sarebbe il fatto che dopo aver sentito la storia di Paolo e Francesca nel turbine dei lussuriosi, il sommo poeta svenga. Perché di questo svenimento? La risposta è scontata, agli occhi della dantista, in quanto si riconoscerebbe lui stesso, lussurioso fra i lussuriosi: «Siamo tradizionalmente consapevoli del fatto che Dante fosse un lussurioso - si legge nell'intervista - e che avesse sperimentato personalmente, in vita, la condizione di chi la “ragion sommette al talento”, cioè di chi sottomette la ragione al desiderio. Nel mio commento al canto XX dell’Inferno sul sito della Columbia University ho inserito un brano di Benvenuto da Imola, in cui si dice che Dante viene meno davanti agli indovini perché amava l’astrologia. A guardarla nell’insieme tutta la Commedia è una profezia». Viene da chiedersi che libro abbia letto Barolini, perché è arcinoto che Dante non credesse nell’astrologia degli indovini ma nell’astrologia intesa come scienza, ovvero intesa come “astronomia” e in questo senso fa spesso riferimento alle posizioni dei pianeti (e non solo) al punto da entrare in dettagli tecnico-scientifici, in alcuni passaggi, davvero di alto livello.

Insomma, avremmo mal compreso Dante secondo questa studiosa. Sarà sicuramente un puro caso che questa improvvisa lettura “gay-friendly” spunti tutta d’un tratto, in un momento in cui domina l’ideologia arcobaleno?

 

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