06/08/2021 di Manuela Antonacci

“Il Regime del Gender”, il nuovo libro di Borgonovo. Intervista con l’autore

“Il regime del gender” di Francesco Borgonovo, con la prefazione di Maurizio Belpietro, è in questi giorni in edicola con La Verità e Panorama e affronta, a tutto tondo, il tema della dittatura del politicamente corretto che si sta cercando di affermare, ormai, anche attraverso l’ideologia arcobaleno. Ne abbiamo voluto parlare proprio con l’autore.

 

Questo libro esce in un momento particolare: il ddl Zan che vorrebbe imporre l’ideologia gender nella nostra società, ha subito una battuta d’arresto. È allora un modo per continuare a mantenere deste le coscienze?

«Sicuramente sì perché anche se non se ne parla più, se ne parlerà dopo l’estate sicuramente e non finirà qui il discorso. Il ddl Zan è solo la prima delle prove che ci attendono perché queste tematiche legate al gender e all’identità sessuale sono destinate a crescere. Il ddl Zan, anzi, è la punta dell’iceberg perché queste tematiche le ritroviamo ovunque: in tv, nei libri ecc. Sono temi onnipresenti».

Lei ha fatto spesso riferimento all’ideologia gender in varie occasioni. Come mai hai sentito la necessità di scrivere questo libro?

«Perché credo che l’attenzione su questi argomenti stia aumentando perché si sta alzando molto pericolosamente il livello della limitazione della libertà di pensiero. Se guardiamo le cose che sono successe negli ultimi due anni: da J.K Rowling alle ultime polemiche sulle olimpiadi, sull’ inserimento dell’atleta trans nel sollevamento pesi. Adesso se ne parla di più a livello generale, però perché, al contrario, è pi difficile esprimersi».

“Regime” del gender, perché? Può sembrare inutile come domanda ma forse è sempre utile ribadire certi concetti

Perché si impone con dei metodi autoritari: chi è contro viene colpito, anche se non c’è il ddl Zan. Io sono partito dalla storia di Giampaolo Ricci, un bravissimo psicologo morto qualche tempo fa, che, per aver detto in televisione che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre, subì un processo disciplinare molto lungo e pesante dall’ordine degli psicologi. Questo è solo uno dei casi. Pensiamo anche in Italia agli attacchi alle femministe che contestano l’ideologia trans. C sono attacchi dappertutto e sta diventando molto violento il dibattito, anzi, non è più un dibattito ma uno scontro.

Ci racconta a grandi linee come è strutturato questo libro?

«È strutturato attraverso tante storie, come alcune di quelle che ho citato. E’ un “Viaggio nell’ arcipelago gender” che in realtà è una citazione di “Arcipelago Gualg” di Solženicyn che metteva insieme tante storie e parlava di un regime basato sulla polizia del pensiero, fortunatamente non siamo ancora ai livelli sovietici, ma rischiamo di arrivarci ed è anche una citazione di un libro di Giancarlo Ricci che è uno studioso da cui parte il racconto. Quindi è strutturato attraverso tante storie che cercano di spiegare questa ideologia e anche i rischi. C’è una parte molto consistente sul cambiamento di sesso dei minorenni».

 

 

 

 

 

 

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