28/06/2019

Il pericolo incombente della eugenetica in Inghilterra

Per il suo bene meglio fosse morta sin tanto che si trovava piccola in utero: la madre disabile mentale si è opposta, i medici si sono appellati alla Corte di Londra (giudice monocratico) per accoppare la piccola, la Giudice accoglie la richiesta dei medici per un aborto forzato (“per il bene della piccola e della madre”), la famiglia si oppone e fa appello alla Corte, il Collegio giudicante annulla la Sentenza e riconosce il diritto alla vita del bambino e la volontà della madre.

Tutto è accaduto a Londra negli ultimi sette giorni. Abuso della professione medica, orrendo tentativo di forzare la volontà della madre? No, o meglio non solo questo è il punto. Siamo di fronte alla eugenetica di Stato, forse praticata da sempre nel Paese e che abbiamo imparato a conoscere quando si è voluta la morte di Charlie e Alfie. Non è una novità, chiunque di voi abbia desiderio di imparare la grammatica di base di questa pratica e di come opporsi ad essa con ferma semplicità e ironico acume, si legga la furente polemica pubblica tra G.K.Chersterton, Francis Galton e le sue figliastre, le varie società eugenetiche che si diffusero prima e dopo la Prima Guerra Mondiale. Leggetelo questa estate, sia nella versione italiana pubblicata da Cantagalli o nella sua versione inglese online.

Gli inadatti non potevano aver figli, perché non si moltiplicassero i ‘germi’ della povertà sociale e difettosa nella società; i figli tantomeno non potevano nascere per non ‘infettare’ la crescita sociale. Così è oggi, il vaso di pandora è stato da molto tempo riaperto, a poco a poco sta diffondendo ovunque i suoi veleni e usando delle nuove tecniche di ‘omologazione di massa’, scienza medica, giuridica e culturale per applicare la regola aurea della eugenetica a ciascuno di noi. L’io o lo Stato si ergono a Dio e decidono chi deve vivere, per far cosa, e chi invece deve morire o non procreare. Punto, vi bolle il sangue? Leggete questa vicenda di Londra e poi sarete obbligati ad accendere il ventilatore.

Dopo che la Signora X va in Clinica a Londra per un controllo, i medici le chiedono insistentemente di abortire e, al rifiuto della madre, presentano il caso davanti alla Corte. Fiona Paterson, l’avvocato di fiducia dell’Ospedale, racconta ai giudici che i medici che si prendono cura della donna, che ha circa 20 anni e a cui sono stati diagnosticati un disturbo dell’apprendimento moderatamente grave e un disturbo dell’umore, credono che l’aborto sia nel suo migliore interesse. «(Loro) considerano che è più probabile per lei vivere bene la perdita di una gravidanza piuttosto che separarsene eventualmente in futuro, dopo essersene presa cura», in caso le venisse tolto dai servizi sociali in considerazione dello stato di salute della madre. La madre della donna, che è un membro della comunità “Igbo” nigeriana, dice invece che l’aborto è contro le sue convinzioni religiose cattoliche romane e le sue credenze culturali. Ha anche detto che sarebbe stata in grado di prendersi cura del bambino e il suo avvocato ha dichiarato al giudice: «La risoluzione [aborto] non è nell’interesse della donna (la donna)». Il giudice, dapprima dubbioso sulle argomentazioni dell’avvocato dell’Ospedale, ha deciso invece in favore dell’aborto forzoso. Ha autorizzato i medici a praticare un aborto alla donna incinta di 22 settimane. «Sono profondamente consapevole del fatto che per lo Stato ordinare a una donna di abortire laddove sembra che lei non voglia, sia un’immensa intrusione», ha detto il giudice Nathalie Lieven nella sua sentenza del 21 giugno scorso.

«Devo operare nel [suo] migliore interesse, non sulle opinioni della società in merito alla aborto», ha spiegato Lieven, sostenendo che la sua decisione è nel miglior interesse della donna. Dunque il miglior interesse della madre è andare contro la sua volontà e quella dei suoi parenti (tenere in bambino), quella del bambino è essere ucciso, per mezzo dell’aborto. Un giudice che esprime in pieno lo spirito eugenetico che sta diffondendosi nei cieli d’Inghilterra. Il giudice Lieven non è poi così imparziale, né così caritatevole e comprensivo come appare, infatti non solo la Sig.ra Lieven sostenne in tribunale che le leggi sull’aborto dell’Irlanda del Nord (molto restrittive) erano una violazione dei diritti umani nel Regno Unito, ma nel 2017 ha detto che le leggi sull’aborto dell’Irlanda del Nord erano addirittura simili alla tortura ed erano discriminatorie.

Per ora, la sterilizzazione forzata non è ancora stata imposta a nessuna donna inglese, ma è solo questione di tempo… Nel silenzio delle femministe, per cui l’utero delle altre è loro solo in funzione dell’aborto praticato, confidiamo in  G.K. Chesterton. A rimettere temporaneamente a posto la situazione ci ha pensato la Corte di Appello, composta da tre giudici londinesi (Lord Justice McCombe, Lady Justice King e Lord Justice Peter Jackson) che hanno annullato la decisione precedente di forzare l’aborto della madre per ‘il bene della gestante e del bambino’, il 24 giugno. La decisione in Appello arriva dopo che migliaia di persone hanno firmato una petizione (75mila firme in sette giorni) che esorta il Regno Unito a non introdurre misure eugenetiche e a seguito di diverse interrogazioni al governo che risponderà con il Segretario alla salute e all’assistenza sociale Matthew Hancock.

Il pericolo del ritorno alla eugenetica applicata agli ‘inadatti’ e ai ‘potenziali futuri inadatti’ e che avrebbe, solo per fare due esempi noti a tutti, privato della vita il tenore Andrea Bocelli e lo scienziato Stephen Hawking, è stato scongiurato in questo caso, ma che accadrà domani?

Altri medici e altri giudici che faranno? Dobbiamo forse sperare che, visto il grave stress e il grave dolore provocato alla madre e al suo bambino, nei giorni dal 21 (sentenza di morte) al 24 (sentenza di rispetto della vita), la stessa mamma e i suoi famigliari presentino una denuncia per chiedere la morte del Giudice Lieven a causa del provocato e certo dolore? Se si chiedesse lo stesso principio che mosse la prima decisione, si produrrebbero effetti devastanti e terribili.

Il mortale germe eugenetico si è installato nelle menti, nei cuori e nelle decisioni di molti medici e giudici inglesi, convinti di essere dèi assoluti e poter decidere sulla pelle e per il bene degli altri. Questo problema la Corte di Appello non poteva risolverlo, è un virus profondo per la cui cura, l’intera società inglese ed europea deve guardarsi dentro e far memoria della propria storia di un secolo fa, per evitarsi nuovi stermini e campi di concentramento, più o meno sterilizzati.

Luca Volontè

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