10/07/2020 di Manuela Antonacci

Il libro “Cavalieri e principesse” etichettato come non adatto ai bambini. Un’importante occasione di riflessione

“Non so cosa accadrebbe se passasse il ddl Zan contro l'omotransfobia. So però cosa accade già ora: che "Cavalieri e principesse", il mio libro sulle differenze sessuali, viene da qualche giorno indicato da Amazon come «da usare sotto la sorveglianza di un adulto. Spiegare le verità più elementari - tipo che uomo e donna sono naturalmente differenti - sta diventando una cosa proibita, da tenere lontano dalla portata dei bambini”.

Queste le parole di Giuliano Guzzo, giornalista e firma del quotidiano nazionale “La Verità”, redattore presso “Il Timone” “Notizie Pro Vita & Famiglia” e “La Nuova Bussola Quotidiana”, sorpreso da una avvertenza introdotta sotto l’estratto del suo libro, su internet, “Cavalieri e principesse”, in cui si legge “da usare sotto la sorveglianza di un adulto”.

In realtà si tratterebbe di un algoritmo di Amazon che compare in automatico sotto tutti i libri che sembrerebbero per bambini ma in realtà non lo sono.

Tuttavia, il post di Guzzo rappresenta ugualmente una preziosa occasione di riflessione sugli scenari inquietanti che per esempio il ddl Zan potrebbe aprire dal punto di vista di eventuali “censure” del pensiero. Cosa accadrebbe allora dopo l’approvazione della legge? Una sorta di discriminazione al contrario?

Tutti i libri come “Piccolo uovo”, “Di che generi sei?”, “Una bambola per Alberto” ecc. che promuovono l’ideologia gender e che si è tentato di diffondere e talvolta imporre a scuola e che spesso hanno visto le accese proteste da parte di molti genitori che ne hanno chiesto il ritiro, diventerebbero libri “consigliati”, mentre quelli come il saggio di Guzzo che sottolineano la diversità maschile/femminile, passerebbero per “omofobi” e l’autore potrebbe essere pesantemente multato o finire addirittura in carcere o a fare “rieducazione” tramite lavori socialmente utili.

Insomma, non c’è da scherzare, la pervasività delle prescrizioni contenute nel ddl che vieta non ben definiti atteggiamenti “omofobi” da parte di chiunque e dovunque (non c’è nemmeno l’emendamento Gitti, detto emendamento “salvavescovi”, contenuto nel ddl Scalafarotto, secondo cui non costituivano discriminazione, le opinioni espresse in alcuni contesti associativi e religiosi) è tale che arriverebbe a colpire l’editoria intera e allora, a quel punto, chissà che razza di libri di testo si ritroverebbero anche i nostri ragazzi a scuola!

 

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