22/11/2022 di Fabrizio Cannone

Il governo e la protezione dei bambini contro l’ipersessualizzazione

Tra le priorità assolute che ogni governo deve rivendicare oggi, quella della tutela dei giovani appare come particolarmente urgente.

Giorgia Meloni, in occasione della “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, celebrata lo scorso 20 novembre, ha pubblicato un’importante dichiarazione che va nel senso della doverosa e improcrastinabile protezione dell’infanzia, come tante volte auspicato da Pro vita & Famiglia, in particolare – proprio come ha sottolineato il presidente del Consiglio – contro l’ipersessualizzazione.

Il breve testo parla di «ricorrenza estremamente importante», da non declassare quindi rispetto alle questioni meramente politiche o economiche. Il governo afferma dunque di voler celebrare la Giornata «a 360 gradi», con l’obiettivo di «garantire a bambini e adolescenti il godimento di quei diritti sanciti dalla Convenzione ONU» che spesso vengono trascurati o traditi. Si pensi, solo per fare alcuni esempi, al diritto alla vita dei fanciulli (art. 6) o al superiore interesse del fanciullo in tutto ciò che riguarda la vita della famiglia (art. 3).

Il presidente Meloni ha inoltre sottolineato che la pandemia e il contesto internazionale hanno «aggravato problemi già noti, dalla povertà alle diseguaglianze, e creato nuove emergenze». Come la solitudine, l’abbandono scolastico, l’aumento delle depressioni e dei malesseri dovuti alla privazione della vita scolastica e sportiva dei giovani.

Infatti, secondo la dichiarazione, «dati e statistiche sono concordi nel dire che le dure restrizioni alla socialità imposte durante la pandemia hanno avuto pesanti conseguenze sulla salute e sul benessere psicologico dei più piccoli». In particolare la dichiarazione mette a fuoco l’aggravarsi «delle dipendenze patologiche, il crescente fenomeno del bullismo e delle baby gang».

Le dipendenze patologiche, come la droga, l’alcolismo e la pornografia, sono proprio quelle “devianze sociali” che ogni cittadino responsabile, a partire dai politici, dovrebbe cercare di combattere e sconfiggere.

Sui pericoli di internet e dei social, il governo parla giustamente di «duplice volto del web». Da un lato uno strumento utile per la conoscenza e la socializzazione, ma dall’altro un luogo a rischio a causa delle «insidiose trappole del cyberbullismo e della pedopornografia online».

Alla luce di tutto ciò, il presidente Meloni intende «stilare un piano d’azione operativo e concreto» al fine di dare «una nuova centralità ai bambini e ai ragazzi». Anche perché «il futuro della nostra Nazione dipende dalla capacità di rispondere ai bisogni delle giovani generazioni».

Dichiarazioni che, come detto prima, vanno di pari passo con quanto fa già da mesi Pro Vita & Famiglia proprio sul tema della tutela dei più piccoli dai pericoli derivanti dall’ipersessualizzazione sui media. Le «insidiose trappole» di cui parla il governo, sono infatti i rischi che arrivano dalla Rete, ma anche – lo ricordiamo – le volontà di indottrinamento gender nelle scuole o la volontà di liberalizzare e diffondere le droghe leggere (non solo nei rave e in discoteca); la banalizzazione della pornografia e la perdita della centralità della famiglia, sostituita con modelli deboli e distruttivi.

Per mettere in atto un programma di lotta alle devianze sarà necessario quindi rivedere drasticamente il lassismo educativo scolastico e politico degli ultimi decenni. Sostenendo e aiutando tutte le agenzie educative disponibili (famiglia, scuola, associazionismo) affinché le insidie tese ai giovani dai “cattivi maestri”, dietro l’apparenza della libertà, della trasgressione e del consumismo, siano scovate e rimosse il prima possibile.

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