30/08/2021

Giusy Versace: «La disabilità non è una disgrazia»

Milena Castigli, su InTerris, ha intervistato Giusy Versace, atleta paralimpica scrittrice, ballerina, conduttrice televisiva e politica; nonché fondatrice di una onlus, la Disabili No Limits, per donare a persone disabili ausili per attività quotidiane e sportive come sedie a ruote ultraleggere e protesi in fibra di carbonio, ad oggi non previsti dal Sistema Sanitario Nazionale (ASL).
 
Nata a Reggio Calabria il 20 maggio 1977  all’età di vent’anni si trasferisce prima a Londra e poi a Milano.
Il 22 agosto del 2005,  a seguito di un terribile incidente automobilistico perde entrambe le gambe.
Nel 2010, prima atleta in Italia, inizia a correre con le protesi in carbonio.  Sono suoi  diversi record nazionali sui 60, 100, 200 e 400 metri. Vince medaglie internazionali e riesce a qualificarsi alle Paralimpiadi di Rio.
 
Nel 2013 scrive Con la testa e con il cuore si va ovunque. Cinque anni dopo scrive un libro per bambini, Wonder-Giusy. 
Nel 2014 vince la 10° edizione di Ballando con le Stelle inizia a condurre diversi  programmi televisivi.
Nel  2018 viene eletta alla Camera dei Deputati tra le file di Forza Italia. 
L'intervista è molto bella. Invitiamo i nostri Lettori a leggerla integralmente. Qui alcuni passaggi che ci hanno particolarmente colpito.
Dice la Versace che «Ogni atleta paralimpico ha una storia importante dietro! Una storia di fatica, di dolore, ma anche di resilienza e di riscatto.
Lo sport ha il grande merito, tra i tanti, di creare inclusione».
Però, «lo Stato non garantiva nella sua totalità la fornitura degli ausili. Questo è stato anche uno dei motivi che mi hanno spinta ad entrare in politica: aiutare le famiglie e cercare di mantenere i riflettori accesi sul tema disabilità, che non tutti reputano un tema centrale». Anzi - aggiungiamo noi - si promuove suicidio assistito ed eutanasia: così i disabili tolgono il diturbo...
 
Per la Versace «La fede è stata fondamentale. ... Perdendo le gambe, pensai di aver perso tutto. Avevo 28 anni, un fidanzato da 10, una carriera lanciatissima nella moda e una famiglia importante – che nella moda ha fatto storia – a supportarmi.
...
La luce della fede e l’amore delle persone che mi stavano accanto mi hanno fatto superare il dolore e mi hanno aiutata a iniziare questa nuova, sorprendete vita. Ho fatto anche diversi viaggi a Lourdes, non per chiedere la grazia, ma per dire ‘grazie’ a Dio per tutto quello che mi ha donato. ‘La vita toglie e restituisce’, diceva sempre mia madre. Ed è vero: mi ha tolto le gambe ma mi ha dato molto, molto altro. Durante uno dei viaggi a Lourdes, ho cambiato la mia prospettiva: non mi chiedevo più ‘perché fosse successo proprio a me’, ma ‘perché NON doveva succedere proprio a me?’».
E alla fine le chiedono:
«E’ possibile vivere una vita felice e piena anche nella disabilità?
"Assolutamente sì, la disabilità non è una disgrazia. La vita è difficile per tutti, non solo per chi ha un handicap. Conosco persone ricchissime ma che non sono felici. Anche la salute spesso la diamo per scontata, ma non lo è. La vita è difficile e non fa sconti per nessuno, ma al contempo è bellissima, perché regala occasioni, opportunità, incontri, sorrisi ogni giorno. Non posso piangermi addosso; anche se lo facessi, non mi ricrescerebbero le gambe! Per me è invece importante cercare di cogliere le occasioni che la vita mi dà ogni giorno. La vita è un grande dono – questo l’ho capito soprattutto dopo l’incidente, prima la davo un po’ per scontata – che affronto col sorriso, perché è il modo migliore per ringraziare Dio delle tante opportunità che mi ha date e per il fatto che, anche con due protesi, riesco a fare un sacco di cose, come vincere i Campionati Europei di atletica, partecipare e vincere una gara di ballo ‘pazzesca’ come Ballando con le Stelle, interpretare l’Aquila al Carnevale di Venezia…mi manca solo di andare sulla Luna! Riprendendo il nome dell’associazione che ho fondato, la vita (anche nella disabilità) è così sorprendente che…non mi pongo limiti!"».
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