02/10/2020 di Manuela Antonacci

Giunta regionale Emilia-Romagna, cure ormonali gratuite per la disforia di genere

La marcia della distruzione intellettuale e del buonsenso avanza e siamo arrivati persino all’impiego di fondi pubblici per sostenere e assecondare la disforia di genere. Di che stiamo parlando? Di quella che è stata definita una “vergognosa decisione” ovvero quella presa dalla Giunta dell’Emilia- Romagna che ha stabilito che le persone con disforia di genere potranno ricevere gratuitamente le terapie ormonali richieste e prescritte, sotto controllo del Servizio sanitario regionale; i farmaci verranno erogati direttamente dalle farmacie ospedaliere.

Ovviamente c’è chi, come il capogruppo leghista in Regione, Matteo Rancan, ha commentato scandalizzato la notizia: “E' scandaloso e terribile che, nel bel mezzo di una pandemia globale, che siamo ancora lontani dal debellare, in cui mancano i fondi per acquistare vaccini antinfluenzali in quantità adeguate, la Giunta della Regione Emilia-Romagna deliberi di fornire gratuitamente terapie ormonali a coloro che vogliono cambiare sesso”.

Inoltre Rancan sottolinea come la Regione abbia acquistato 1.200.000 vaccini: un numero che definisce esiguo, in quanto, secondo il calcolo del ministero non coprirebbe neanche la popolazione più fragile. “Stiamo attraversando un contesto storico particolare, unico, in cui ci troviamo a dover fronteggiare il rischio di una possibile seconda ondata Covid e, contestualmente, i nostri medici di base si trovano ad avere a disposizione la metà del tempo per la vaccinazione, a causa della necessità di distanziare gli appuntamenti per evitare assembramenti. Insomma: una situazione infernale, eppure la nostra Regione trova il tempo e le risorse per pagare le cure ormonali a coloro che vogliono cambiare sesso. Era davvero una priorità da affrontare ora? A me sembra paradossale...”.

Ma si sa, anche rispetto ai dati più oggettivi, uno tra tutti quello estremamente evidente e tragico dell’emergenza sanitaria, la precedenza ce l’ha come al solito, la vasta operazione ideologica e pseudoculturale che va sotto il nome di “ideologia gender” che arriva a far dire al capogruppo del Movimento 5 stelle in Regione, Silvia Piccinini, che si tratta di un passo essenziale e non sarà il primo, “verso la riduzione delle discriminazioni di genere”. Come se la prevenzione della violenza e della discriminazione legata all’orientamento sessuale, passasse attraverso delle cure ormonali e mediche e non piuttosto, attraverso un’operazione educativa e culturale che però parta da basi davvero scientifiche e non da premesse create a tavolino e che abbia come punto di partenza sempre il dato oggettivo naturale, che funga anche da elemento di discrimine, diversamente saremmo e siamo semplicemente di fronte all’imposizione del pensiero unico, dall’alto e dall’alto delle istituzioni stesse.

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