28/02/2023

Giovani imprenditori e cattolici: l’impegno e la testimonianza dell’UCID

Intervista a Benedetto Delle Site, Presidente del Movimento Giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID): «Il Papa ci ha sempre detto che anche il business può rispondere a una nobile vocazione»

Una realtà italiana che si sta distinguendo nel panorama delle organizzazioni giovanili imprenditoriali per dinamismo e voglia di dare voce ad un mondo inascoltato: sono i giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) associazione cattolica che in Italia esiste dal 1947 e ha visto avvicendarsi alla presidenza importanti personalità. Da Francesco Merloni a Giancarlo Abete, da Riccardo Ghidella a Gian Luca Galletti. Nel suo Statuto il richiamo alla Dottrina Sociale della Chiesa per uno scopo ambizioso: evangelizzare il mondo dell’economia, anche grazie all’accompagnamento spirituale dei sacerdoti. Nel 2022, Anno Europeo dei giovani, l’UCID Junior ha svolto il suo primo ritiro spirituale a Bologna dal Cardinal Zuppi e una missione istituzionale a Bruxelles, nel cuore d’Europa. Riportiamo qui di seguito l'intervista - già pubblicata in passato dal portale Aleteia - con Benedetto Delle Site, Presidente nazionale del Movimento Giovani dell’UCID.

Presidente, cosa lega l’impresa con la fede?

«La fede cristiana è la fede nell’Incarnazione, di un Dio che viene nella storia, fra gli uomini: non c’è separazione fra cose umane e cose divine, tutti gli affari umani possono essere santificati, cioè offerti a Dio e fatti secondo la sua volontà. Così anche ogni lavoro umano onesto, compreso quello di chi realizza o dirige un’impresa, sia essa una multinazionale o una piccola impresa locale. Il Papa ci ha sempre detto che anche il business può rispondere a una nobile vocazione. Per questo parliamo di Dottrina Sociale della Chiesa, perché dalla fede vissuta dalla Chiesa scaturiscono principi e criteri di orientamento, validi per tutti gli uomini e le donne di buona volontà: la centralità della persona, il bene comune, la custodia del creato, la solidarietà e la sussidiarietà».

La vostra associazione nasce nel 1947, cosa fate esattamente?

«L’UCID è il luogo dove si incontrano gli imprenditori, i dirigenti d’azienda e i professionisti accomunati dall’appartenenza alla Chiesa e dalla volontà di crescere nella conoscenza e nella pratica degli insegnamenti del Papa in campo economico e sociale. Noi giovani in particolare, nell’ambito del progetto Ucid Giovani on Tour abbiamo realizzato una Carta Valori e un Manifesto dell’impresa etica ispirato dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, e li abbiamo portati nelle aziende perché questi insegnamenti siano conosciuti e, possibilmente, messi in pratica. Il 26 marzo di quest’anno il nostro Manifesto è stato sottoscritto da Sua Eminenza il Cardinale Zuppi nel nostro primo ritiro spirituale annuale. Nella stessa giornata abbiamo visitato gli stabilimenti della FAAC, nota multinazionale dei cancelli automatici che da anni non solo eccelle nei risultati economici ma che impiega buona parte dei propri profitti per migliorare la vita dei suoi dipendenti (welfare aziendale), del territorio (responsabilità sociale d’impresa) e in aiuti per i più deboli in tutto il mondo (cittadinanza globale d’impresa). Un esempio d’impresa che risponde al nostro Manifesto».

Uno dei grandi problemi oggi per i giovani è la mancanza di lavoro. Cosa può fare UCID?

«Sui territori realizziamo progetti che vedono coinvolte scuole e parrocchie, dove noi possiamo offrire esperienza e orientamento ai ragazzi e alle ragazze. Come UCID Giovani c’è un progetto che possiamo considerare il nostro fiore all’occhiello: Virtus Lab. Nato in Calabria e attivo a livello nazionale grazie alla Fondazione Antonio Emanuele Augurusa, si tratta di un vero esempio di intelligenza imprenditoriale cristiana applicata. Come imprenditori abbiamo visto che il problema non è tanto la mancanza di lavoro, ma la mancanza fra i giovani di profili che le nostre aziende oggi cercano disperatamente. Per questo Virtus Lab crea quei profili favorendo l’incontro fra aziende e giovani in cerca di lavoro, ne cura la formazione e l’housing e garantisce un inserimento lavorativo al termine del percorso praticamente nel cento percento dei casi. Questo modello è stato sposato a Reggio Emilia da Fabio Storchi, presidente dell’Unione Industriali, e sta finanziando borse di studio per il Dottorato di Economia Civile all’Università Lumsa di Roma».

Il 2022 è stato l’anno europeo dei giovani, come vedete l’Europa?

«Crediamo fortemente, da businessmen e da cristiani, nella dimensione europea e globale. A patto di non disconoscere ma anzi valorizzare l’impronta cristiana di entrambe. Per questo come Movimento Giovani dal 18 al 22 maggio dello scorso anno siamo stati in missione a Bruxelles, nel cuore d’Europa, per incontrare i vertici istituzionali, politici ed economici dell’UE. Il nostro Manifesto è stato sottoscritto a Bruxelles anche dal presidente dei giovani della Confindustria europea. La missione è stata anche l’occasione per portare a battesimo, su iniziativa italiana, il primo gruppo giovani a livello europeo nell’ambito dell’UNIAPAC, l’associazione che a livello mondiale unisce le associazioni cristiane dei leaders d’impresa. Un progetto che avevamo presentato al Presidente Bruno Bobone il 4 novembre accogliendolo a Roma e che grazie ai nostri seniores europei Laurent Battaille e Riccardo Ghidella è ora realtà, presentata davanti al Santo Padre nell’ultimo Congresso dell’UNIAPAC lo scorso ottobre. Speriamo così di portare la visione d’impresa contenuta nel nostro Manifesto a livello europeo e mondiale»

 

Intervista già pubblicata su Aleteia.org

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