15/02/2023

Gender. L’eurodeputato Sofo (FdI): «Ue strumentalizza violenza sulle donne per promuovere un Ddl Zan mascherato»

«Ritengo inammissibile il tentativo costante da parte di quest’aula di utilizzare qualsiasi tema possibile e immaginabile per imporre con il sotterfugio agli europei l’agenda LGBT, infiltrandola di nascosto tra le righe di ogni documento che ci capita sotto mano».

Sono state queste le parole dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia-Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei Vincenzo Sofo, che è intervenuto in Plenaria a Strasburgo sull’adesione dell'Unione Europea alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Già a gennaio - a margine della votazione congiunta della Commissione Diritti delle donne e della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni - noi di Pro Vita & Famiglia avevamo denunciato (LEGGI QUI) il tentativo dell’Unione Europea di promuovere l’agenda Lgbt proprio sfruttato la Convenzione di Istanbul.

«L’obiettivo - ha continuato Sofo - è strumentalizzare un tema serio e sacrosanto come la lotta alla violenza sulle donne per trasformare una convenzione come quella di Istanbul in un Ddl Zan mascherato. Storpiandone la natura per affermare l’ideologia gender come principio inderogabile e imporne la diffusione nelle scuole, censurare ogni opinione dissidente, marchiare con l’accusa di omofobia le forze politiche conservatrici, scavalcare le legittime sovranità nazionali per obbligare gli Stati ad allinearsi a quei diktat. Sappiamo bene, però, anche quale siano le conseguenze di tutto ciò: distruggere le fondamenta della nostra identità, distogliendo l’attenzione da ciò di cui avremmo davvero bisogno e cioè di  porre fine alle guerre tra sessi e valorizzare la complementarietà tra l’uomo e la donna».

Ricordiamo, infatti, che la Convenzione di Istanbul altro non è che un vero e proprio cavallo di Troia per introdurre l’agenda LGBTQI negli ordinamenti e nelle scuole di tutta Europa. E’ grave, infatti, che proprio oggi sia prevista la votazione in Plenaria del Parlamento Europeo per adottarla e imporla agli Stati Membri. E’ un documento che, secondo noi di Pro Vita & Famiglia, lede deliberatamente i diritti delle donne: le annulla per fare spazio al genere inteso come «ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti». E’ infatti così che recita l’art. 3 lettera C. Inoltre equipara la propaganda Lgbt alla problematica della violenza contro le donne e spalanca le porte all’educazione sessuale e all’indottrinamento gender nelle scuole. Ricordiamo, infatti, che l’articolo 14 comma 1 della Convenzione invita i Paesi ad «includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado» temi quali «i ruoli di genere non stereotipati». Si parla poi esplicitamente, all’art. 12, di “identità di genere”. Ci si chiede, dunque, cosa potrà mai succedere a quegli Stati Membri che decideranno di non ratificare o recedere dalla Convenzione.

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