31/10/2015

Gender a scuola – Borghesi interroga di nuovo Governo e Miur

L’On. Stefano Borghesi (Lega Nord) ha presentato un’altra interrogazione a risposta scritta (n. 4-10840) al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Per conoscere quanto già avvenuto relativamente alla prima interrogazione, si veda qui. In sintesi l’interrogazione consiste in quanto segue.

Visto il dossier di ProVita che ha raccolto i progetti ispirati all’ideologia gender nelle scuole italiane di questi ultimi due anni,  e visto che con il pretesto di educare all’uguaglianza e di combattere le discriminazioni, il bullismo, la violenza di genere o i cattivi stereotipi, promuovono l’equiparazione di ogni orientamento sessuale e di ogni tipo di «famiglia»; la prevalenza dell’«identità di genere» sul sesso biologico; la decostruzione di ogni comportamento o ruolo tipicamente maschile o femminile, insinuando che si tratterebbe sempre di arbitrarie imposizioni culturali; la sessualizzazione precoce dei giovani e dei bambini;

visto che, ad oggi, tutti i tentativi di diffusione della cultura gender nell’ambito dell’autonomia scolastica, vengono fatti sulla base dell’articolo 5, comma 2, lettera c) del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, (legge contro la violenza di genere) che tra le sue pieghe contiene la possibilità per gli insegnanti di educare gli alunni alla cultura gender, attraverso libri di testo all’uopo predisposti fin dalla scuola dell’infanzia;

visto che, di recente, a seguito delle pressioni dell’opposizione e anche di parte dell’attuale maggioranza di Governo, il Ministro dell’istruzione si è impegnato affinché in nessuna scuola vengano proposti argomenti di questo tipo, senza specifico consenso scritto dei genitori, unici responsabili dell’educazione dei propri figli;

apprendiamo che l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri si sarebbe fatto promotore di alcuni progetti per la diffusione della cultura gender anche con la produzione di opuscoli, pubblicazioni e materiale educativo poi fatti ritirare in quanto privi dell’assenso del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;

a giudizio degli interroganti i compiti dell’UNAR, secondo quanto voluto dalla legge e riportato dal sito istituzionale del medesimo, si dovrebbero limitare unicamente a ciò che attiene alla discriminazione in base alla razza e all’etnia; quindi di fatto l’UNAR avrebbe usato fondi pubblici per occuparsi di argomenti che sarebbero al di fuori del proprio incarico istituzionale senza l’assenso del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;

l’interrogante si chiede

  • se il Governo sia a conoscenza di questi programmi scolastici, e quale siano i suoi orientamenti in merito; inoltre se intenda porre in essere iniziative urgenti per bloccare ed evitare il proliferare di tali progetti;
  • se il Presidente del Consiglio intenda, una volta per tutte, prendere una posizione definita sull’argomento, dando conseguentemente indicazioni precise all’UNAR, affinché questo ufficio non travalichi costantemente gli ambiti attinenti la propria attività istituzionale;
  • a quanto ammontino i costi per i progetti ed il materiale prodotto dall’UNAR senza il consenso del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, se siano state accertate eventuali responsabilità e quali conseguenti azioni la Presidenza del Consiglio abbia posto in essere;
  • se intenda valutare la possibilità di assumere iniziative per la chiusura dell’UNAR o perlomeno stabilire linee precise di azione dalle quali non discostarsi;
  • in ultimo, alla luce della risposta al question time in Commissione VII n. 5-6668 svoltosi il 14 ottobre 2015 se risponda al vero il coinvolgimento da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca dell’Avvocatura dello Stato, al fine di procedere alla denuncia della suddetta associazione e di altre, per aver diffuso notizie non veritiere in merito ad eventuali iniziative delle scuole italiane volte alla diffusione e promozione della «culturagender»”.

L’attenzione a questi temi dell’onorevole Borghesi ci rincuora e per questo lo ringraziamo sentitamente. Ci aspettiamo che da parte del presidente Renzi e del ministro Giannini vi siano risposte soddisfacenti...

Redazione

 
 

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