27/11/2018

Fusaro: «Il Congresso Mondiale delle Famiglie gioverà a un ripensamento dell’Europa»

Fervono i preparativi in vista del Congresso Mondiale delle Famiglie in programma a Verona dal 29 al 31 marzo del 2019. Un evento che precede di poche settimane l’appuntamento elettorale delle europee e che vede impegnate in prima linea nell’organizzazione le associazioni Pro Vita e Generazione Famiglia. Sono tanti i leader nazionali e mondiali che hanno annunciato la propria partecipazione, leader politici, capi religiosi, intellettuali. Tutti uniti nel ribadire che la famiglia è sempre stata e deve restare il nucleo fondante delle società. La famiglia naturale, fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, e non gli altri modelli di unione che vengono assimilati alla famiglia e che stanno invece spingendo le società verso un completo disfacimento morale, culturale e demografico. Perché, se si perde di vista la natura stessa dell’unione familiare, quella cioè di procreare, si rischia di interrompere anche il grande progetto di Dio sulla creazione e la continuazione dell’esistenza.

Fra chi è convinto dell’utilità di questo appuntamento, c’è il filosofo Diego Fusaro che ha da poco pubblicato il suo ultimo libro, intitolato Il Nuovo Ordine Erotico edito da Rizzoli, con il quale spiega dettagliatamente come l’erotismo sia in realtà diventato l’ennesimo strumento con cui il liberismo capitalista tenta di imporre i suoi modelli avaloriali, apolitidi e asessuati, all’intera umanità. Noi di Pro Vita lo abbiamo intervistato.

Il tema della famiglia è entrato in modo dirompente tra le battaglie contro il politicamente corretto. Perché? Quale cultura ha portato a questo? 

«Essenzialmente il tema della famiglia non riguarda la vita privata. Hegel sosteneva che la famiglia è il primo fulcro della vita etica, quindi ha a che vedere con un’etica pubblica. La famiglia è la prima etica comunitaria e oggi diventa un tema fondamentale nelle battaglie contro il politicamente corretto. Questo perché il nuovo spirito del capitalismo no border, ha dichiarato guerra alla famiglia in quanto nucleo della comunità impermeabile al mercato. Questa è la nuova missione del capitalismo, aggredire la famiglia in vista dell’individualizzazione atomistica della società in senso liberale, libertario e consumistico».

Lei ha scritto un libro scomodo, “eroticamente scorretto”. La neutralizzazione del sesso o la pornografia quanto hanno contribuito al disfacimento delle famiglie? 

«Il mio libro è un manuale storico-filosofico sull’eroticamente scorretto che scomoda i grandi filosofi della tradizione, Platone e Aristotele, Tommaso e Agostino, Hegel e Fichte. È quindi effettivamente un libro “eroticamente scorretto” che reagisce all’oggi in voga fatto di dissoluzione della famiglia. La pornografia in questo ha giocato un ruolo fondamentale perché ha reso il sesso disgiunto dalla sua funzione etica, familiare, procreativa, progettuale. Il sesso è sicuramente anche piacere, ma una società che separa il sesso dalla progettualità etica sarebbe una società nichilista proprio come quella di oggi, dove l’unico valore riconosciuto è lo scambio e la crescita infinita del capitale».

Crede che la difesa della famiglia e di altri importantissimi valori di base sia una priorità? La kermesse internazionale del Congresso Mondiale delle Famiglie a un mese circa dalle Europee quanto potrà servire al dibattito?

«Spero possa giovare a un ripensamento complessivo della società e dell’Europa sull’importanza della famiglia come baluardo al nichilismo che sta imperversando ovunque. Spero sia un momento di riflessione sul ruolo vero della famiglia, che è un ruolo sociale. La famiglia è una cellula fondativa della società e deve tornare a esserlo pienamente. Sono convinto quindi che questi temi non possano non trovare accoglienza e priorità nell’agenda elettorale in vista del rinnovo del Parlamento europeo. Un evento così prestigioso a ridosso delle elezioni potrà sicuramente fornire un contributo prezioso».

Ci saranno importanti leader mondiali a questo evento, italiani e non. Il presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie, Brian Brown,  il vicepremier Matteo Salvini, il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Federico Sboarina, il presidente della Repubblica Moldava, Igor Dodon, il Vice Ministro per la famiglia ungherese. E ancora: Allan Carlson, autore e co-fondatore dell’Howard Center; S.E. Ignazio Giuseppe III, Patriarca della Chiesa cattolica sira; S.E. Konrad Glebocki, Ambasciatore Polacco in Italia. Le fa piacere che abbiano accettato di confrontarsi proprio a ridosso delle elezioni europee?

«Mi pare un buon segnale, la spia di un lento e importante risveglio delle coscienze su questo tema. La difesa della famiglia non è soltanto un tema di carattere religioso da collegare esclusivamente alla vita individuale, ma è fondamentale per la vita pubblica e comunitaria dei popoli europei in quanto tali. Direi che è decisivo per la sopravvivenza dell’Europa stessa».

La definiscono come uno dei filosofi più orgogliosamente pro family. Quanto sono attuali i concetti di bellezza del matrimonio, diritti dei bambini, battaglia all’utero in affitto, crescita e calo demografico, dignità e salute (vera) delle donne? 

«Sono assolutamente a favore della famiglia, così come lo sono dello Stato, dei diritti sociali, del lavoro, che sono i baluardi contro la società turbo capitalista che tenta di trasformarci tutti in consumatori apolidi e unisex senza essere più padri, madri, cittadini e cittadine. Soggetti bravi soltanto a consumare merci e a essere super sfruttati nell’ambito della produzione. La lotta per la famiglia diventa così baluardo di resistenza culturale. Per cui le battaglie contro l’utero in affitto e altre mostruose pratiche global, che trasformano ogni individuo in merce da vendere sul mercato senza alcuna dignità, mi sembrano sacrosante. La lotta per la famiglia è fondamentale, ma non può essere limitata a questo. Deve essere invece una lotta generale di contestazione del fanatismo ideologico ed economico capitalistico. Deve essere una lotta più ampia che porti a riannodare i fili delle proteste di tutti, di chi scende in piazza per la famiglia, come di chi lo fa per difendere il lavoro e i diritti sociali. Bisogna condurre in porto un’unica grande mobilitazione anticapitalista».

Americo Mascarucci

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