25/07/2014

Forteto, il lager dei bambini – Ennesimo brutto colpo di scena!

Ennesimo colpo di scena nella vicenda del Forteto.

Dopo la presa di posizione del Governo Renzi che ha deciso di non commissariarne il Consiglio di Amministrazione, la struttura accoglie ancora dei minori –tra cui un disabile- ed il processo mostra nuovi preoccupanti sviluppi.

È stato infatti sostituito il giudice che si stava occupando del dibattimento e la sua posizione, cosa data per scontata dai rumores nel mondo politico ed emersa dalle varie testate giornalistiche locali, dovrebbe essere ricoperta dal giudice Maradei.

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Giovanni Donzelli, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia/Alleanza Nazionale, va su tutte le furie: “Negli ultimi anni Maradei si è reso responsabile di sentenze e fatti che hanno lasciato basita la cittadinanza. Ricordo Maradei aver gestito, mentre giudicava nel Processo Castello l’ex Assessore Comunale Gianni Biagi, i fondi pubblici per il miglioramento del Tribunale proprio insieme all’imputato Biagi nella sua veste di dirigente regionale. Ricordo lo stesso Maradei aver emesso l’incredibile sentenza in cui ha scaricato su Veronica Locatelli le colpe della sua morte al Forte di Belvedere alleggerendo così la posizione dell’ex Sindaco Domenici.”

In sostanza, il problema sollevato da Donzelli tocca il ganglio centrale che ha connotato tutta la storia del Forteto: i suoi collegamenti con i poteri forti e la classe politica. Sarebbe davvero curioso che, a fronte di una sostituzione a dibattimento inoltrato, il processo fosse affidato a qualcuno che ha spiccato proprio per la sua contiguità con il mondo politico.

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“Purtroppo” conclude Donzelli nella sua nota “si rafforza il timore che nonostante tutto quello che è emerso pubblicamente, il sistema Forteto sia ancora protetto da uomini molto influenti e potenti. Noi saremo ancora più vicini e solidali con le vittime.”

La vicenda del Forteto, soprattutto se parametrata alla gravità degli accadimenti accertati, non trova alcuno spazio sulle testate nazionali: dobbiamo perciò dare tutti il nostro contributo per cercare di lacerare la congiura del silenzio. Se non l’hai ancora fatto, firma la petizione promossa da ProVita! Un piccolo gesto individuale, che può dimostrare una sempre crescente attenzione dell’opinione pubblica.

Redazione

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