18/11/2022

FLASH - Vittoria pro-life della Polonia davanti alla CEDU

La lobby internazionale dell'aborto ha subito una sconfitta davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) nella decisione B.B. contro la Polonia.
 
Il caso riguardava un episodio avvenuto nel 2014, quando un medico si era rifiutato di eseguire un aborto a 24 settimane di gravidanza su un bambino disabile e di fatto si trattava del solito ricorso strumentale montato ad arte, con cui spesso le lobby abortiste attaccano le leggi pro vita polacche e il diritto all'obiezione di coscienza. 
 
Infatti la donna ottenne all'epoca un risarcimento dall'ospedale, quindi l'European Center for Law and Justice (ECLJ) ha dimoltrato che la ricorrente non aveva più lo status di "vittima" e non aveva titolo per sporgere denuncia alla CEDU. La Corte ha quindi dichiarato all'unanimità inammissibile il ricorso. 
 
Questo caso ha inoltre incidentalmente sollevato un'altra importante questione riguardante il funzionamento interno della Corte: i giudici sono spesso smaccatamente di parte e la cancelleria della Corte non rende pubblico l'elenco dei suoi membri (a differenza di altre Corti sovranazionali).
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