04/11/2021

FLASH – Scozia, medici chiedono di interrompere le consultazioni a distanza per gli aborti “fai da te”

Durante la pandemia l’aborto è stata una delle poche procedure dell’ambito medico che non solo non è stata mai bloccata, ma anzi è stata anche facilitata in varie parti del mondo, soprattutto per quanto riguarda l’aborto chimico. Questi aborti sono avvenuti molto spesso solo dopo una consultazione a distanza con il medico, il che implica anche gravi rischi per la salute delle donne.

In Scozia però alcuni chiedono di fermare subito questa pericolosa pratica. Anche due ex presidenti del Royal College of Physicians and Surgeons di Glasgow sono infatti tra i professionisti medici che chiedono la fine degli aborti domestici "fai da te".

L'ex presidente del Royal College of Physicians dal 2012 al 2015, Frank Dunn, e il suo successore, David Galloway, hanno entrambi avvertito il ministro della sanità pubblica scozzese, Maree Todd, che gli aborti casalinghi “fai da te” implicano che le donne potrebbero abortire oltre il termine previsto dalla legge oppure essere costrette ad abortire contro la loro volontà.

Due chirurghi, un medico della sanità pubblica e oltre altri seicento medici si sono uniti alle loro preoccupazioni dicendo che avevano il dovere di prendersi cura dei loro pazienti.

Tutto è partito nel marzo 2020, quando, a seguito dell'epidemia di COVID-19, in Scozia è stato possibile abortire, prima delle 12 settimane di gestazione, senza mai vedere un operatore sanitario di persona. A seguito di un consulto telefonico o tramite Zoom, è infatti diventato possibile ricevere a domicilio i farmaci che inducono l'aborto. Lo stesso è stato possibile in Inghilterra e Galles fino alle 10 settimane di gestazione.

Nella lettera al ministro della salute, Dunn e Galloway hanno scritto: "Alla luce di queste preoccupazioni, riteniamo che il governo scozzese dovrebbe ripristinare gli appuntamenti di persona il prima possibile".

“Ogni medico ha il dovere di prendersi cura del proprio paziente e non crediamo che questo dovere sia meglio adempiuto rimuovendo il contatto medico-paziente di persona per procedure mediche significative”.

La loro lettera arriva peraltro nello stesso momento in cui il governo scozzese sta valutando se rendere gli aborti domestici "fai da te" - inizialmente introdotti come misura temporanea durante la pandemia - una caratteristica permanente a livello legislativo.

Un portavoce del governo scozzese ha dichiarato: "Gli attuali accordi rimarranno in vigore finché continueranno i rischi associati alla pandemia e i ministri prenderanno in considerazione gli accordi futuri una volta completata la valutazione".

Fonte: Right to Life

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