26/08/2019

Fiabe Lgbt a Pavia, sindaco toglie il patrocinio

Dopo Trieste, un’altra amministrazione di centrodestra si schiera contro i giochi per l’infanzia a sfondo arcobaleno. Succede a Pavia, dove la giunta Fracassi ha cancellato ogni forma di patrocinio al festival Giocanda, che, l’anno scorso, forte dei 5000 euro annui ricevuti dalla precedente amministrazione di centrosinistra, si era svolto in numerose piazze della città. «Non diciamo no, anche se non condividiamo l’iniziativa dal punto di vista politico, ma, per motivi di sicurezza, possiamo concedere il castello, luogo prestigioso che intendiamo rilanciare e aprire ai pavesi», ha spiegato il nuovo sindaco Fabrizio Fracassi alla Provincia Pavese.

Tra le numerose associazioni che animano Giocanda figura Arcigay Coming-out. Lo scorso anno, in cinque punti della città erano stati allestiti luoghi di ritrovo con laboratori, giochi, videogame e momenti di lettura delle ormai immancabili fiabe a tema lgbt. «È evidente che offrire spazi senza il patrocinio, significa farci pagare quegli spazi – sottolinea Gavino Starone, uno degli organizzatori di Giocanda –. Non è un evento a scopo di lucro, nessuno ci guadagna. Questa è solo un appuntamento pensato per le famiglie pavesi».

Dell’evento si sono svolte cinque edizioni in cinque anni, tutte patrocinate dal Comune di Pavia, ma promosse e organizzate da associazioni civiche territoriali, con obiettivi in gran parte “non divisivi”, come la lotta al gioco d’azzardo e la valorizzazione del “gioco sano”. Un’occasione ghiottissima per i collettivi lgbt, che si sono prontamente inseriti nel programma, con i loro “giochi” di indottrinamento rivolti ai minori. L’anno passato Arcigay aveva proposto l’iniziativa Un arcobaleno di fiabe.

Non è la prima volta che un cambio di amministrazione politica comunale determina la cancellazione o la fine del patrocinio per progetti gender destinati all’infanzia. Alcuni anni fa aveva fatto discutere il Gioco del rispetto, laboratorio ludico-culturale sorto presso alcune scuole di Trieste, in cui ai bambini veniva insegnato il valore delle pari opportunità: non è soltanto la mamma che stira i panni, non è soltanto il papà che cambia la lampadina; non è solo per bambini il gioco del lego, così come non è solo da bambine giocare con le bambole. Da qui alla lotta agli stereotipi di genere e all’omofobia il passo era brevissimo. Il progetto aveva ricevuto 8000 euro dalla giunta triestina di centrosinistra, prima di venire sospeso dalla nuova giunta di centrodestra nel 2016. Una svolta simile si è riscontrata a Venezia, dove, a partire dal 2015, il sindaco leghista Luigi Brugnaro ha messo al bando la diffusione di libricini con fiabe lgbt per l’infanzia.

Luca Marcolivio

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