27/12/2015

Fecondazione artificiale - Figli senza identità (parte ottava)

Ecco un’altra tra le testimonianze delle persone concepite attraverso fecondazione artificiale, che sono alla ricerca dei genitori biologici, pubblicate su AnonymousUs (Qui si può leggere la settima testimonianza e ci sono i link alle puntate precedenti).

In questo caso Alana è cresciuta senza padre. Il sito AnonymousUs consente ai figli in cerca dei genitori di postare le loro richieste, e i venditori di gameti di tanto in tanto rispondono e genitori e figli si ritrovano.

Se mai potessi parlare con l’uomo che ha venduto il seme da cui sono stata concepita, gli direi questo:

Niente mi fa smettere di chiedermi come stai, dove sei, o che hai nella mente.

Chi sono io? Le probabilità che sia io il figlio che tu non sai chi sia e dove sia sono poche, ma se stai leggendo questo messaggio, vuol dire che mi pensi.

fecondazione -artificiale_padre_necessità_ruoloSei scioccato perché ti ho trovato? O sei stupito che mi importi di sapere chi sei? Quanto ti hanno pagato? Hai pensato di fare una buona azione? Cosa si fa quando un’adolescente ti scrive messaggi perché lei non sa che altro fare? Mi hanno detto di aspettare finché avessi compiuto 18 anni. Ma non ho mai avuto risposta. Potevo chiedere, se avevo “bisogno di informazioni”. Tutto quello che volevo era sapere se l’uomo che possiede la metà del mio DNA vuole sapere di me. Non in un quotidiano rapporto, ma solo una volta, in una conversazione genuina e profonda.

Vorrei sapere tutti i tuoi libri preferiti, qual è la tua ora del giorno preferita, come era la tua vita (la mia è un inferno senza conoscere il tuo nome), qual è il film che non ti stancheresti mai di rivedere. Non voglio che tu sia il padre che non ho mai avuto. Vorrei solo che tu non fossi il frutto della mia immaginazione, ma una persona vera con una sua vita, delle sue opinioni.

Vorrei sapere se ti sei mai chiesto qualcosa su di me, per tutti questi anni.

Chissà se almeno una volta per un momento hai pensato alla mia esistenza?

Ho pensato che fosse difficile crescere senza alcuna figura paterna, ma forse è più difficile sapere che un uomo che condivide la metà del mio DNA pensa che io voglia una figura paterna, piuttosto che una conversazione, un contatto umano.

Non è normale voler sapere da dove viene la metà di me?

Penso che tu mi odi, in un modo che non puoi ammettere neanche a te stesso. Tu odi l’idea che io sia qui in questo mondo e che io so che anche tu sei proprio qui, in questo stesso mondo.

 Alana

(Traduzione a cura della Redazione)

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