28/07/2017

Fecondazione artificiale – AIGOC denuncia: i conti non tornano!

Il Consiglio Direttivo dell’AIGOC, Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici, ha denunciato pubblicamente alcune gravi incongruenze che si desumono dall’analisi dei dati pubblicati nella relazione ministeriale sulla fecondazione artificiale.

Già è stata evidenziata da più parti l’impressionante ecatombe di esserei umani che essa produce, secondo i dati del Ministero.

Ora, l’AIGOC denuncia che si sono perse le tracce di circa 10.000 embrioni, esseri umani allo stato embrionale. Per non parlare dei rischi corsi da almeno 4000 giovani donne che si sono sottoposte all’iperstimolazione ovarica per vendere i gameti: sarà stata rispettata la legge vigente che – sulla carta – le tutela?

L’AIGOC ha scritto, quindi, una lettera aperta al Ministro della Salute, della Giustizia, al Presidente del Consiglio, ai Deputati, ai Senatori e al Presidente della Repubblica, che riteniamo doveroso pubblicare.


Abbiamo concluso il nostro comunicato stampa n. 6 del 10 luglio u.s. con una frase dubitativa “Ci sorprende e ci lascia perplessi la grande generosità delle “donatrici” straniere, che hanno “offerto” la stragrande maggioranza degli ovociti utilizzati nel 2015 per le fecondazioni eterologhe, richiedendo la ovodonazione una stimolazione ovarica per far maturare più ovociti (in media 6,9) ed un prelievo degli stessi.“, ma analizzando dettagliatamente i dati offerti dalla relazione sull’importazione ed esportazione di gameti e di embrioni fatte nel 2015 emerge una situazione che non può essere sottovalutata dal Governo, dal Parlamento e dalla Magistratura.

Prima di passare all’analisi riteniamo opportuno sottolineare che nel presentare i dati relativi alla fecondazione artificiale extracorporea (noi ci riferiamo sempre alle tecniche di II e III livello) eterologa si usano criteri totalmente diversi da quelli usati per le tecniche omologhe: ad esempio non c’è una tabella o una figura che indichi con esattezza quanti ovociti a fresco e scongelati sono stati inseminati e quanti ovociti sono stati fecondati come la tab. 3.4.13; per i trasferimenti in utero si citano trasferimenti con 1,2, 3 e più embrioni mentre per l’omologa la tabella 3.4.45 offre informazioni anche su trasferimenti con 4, 5 o più embrioni: Non c’è alcuna notizia sulla crioconservazione degli embrioni prodotti e non trasferiti in utero né sulla crioconservazione di ovociti prelevati a fresco e non inseminati.

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Utilizzando la media di produzione di embrioni ricavata dalla fecondazione extracorporea omologa (3,2 embrioni per ogni ciclo trattato con “donazione” di seme o di ovociti ed 1,5 embrioni per ogni “donazione”di embrioni crioconservati) otteniamo il numero di possibili embrioni prodotti e scongelati, cioè 6.684. Nella tab. 3.5.12 a pag. 143 risulta che ci siano stati 2.052 trasferimenti in utero di embrioni per un totale di 4.021 embrioni.

Se analizziamo i dati forniti sull’importazione e l’esportazione di gameti e di embrioni nel 2015 (cfr. pagg. 9-10 e 215-217) i numeri che vengono fuori sono molto diversi da quelli esposti nella tabella 5 sopra riportata!

Poiché – come prima detto – non c’è alcun cenno, nella relazione, alla crioconservazione di embrioni e/o di ovociti prelevati a fresco o di non scongelamento di ovociti importati ci viene da chiederci che fine hanno fatto i circa 10.000 embrioni mancanti non trasferiti in utero?

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Confrontando le importazioni di embrioni e le esportazioni di ovociti si nota che i 744 criocontenitori di embrioni sono di gran lunga superiori ai 19 criocontenitori di ovociti esportati e che la P.A. di Bolzano ha importato 124 criocontenitori di embrioni (circa 186 embrioni) senza esportare verso l’Austria alcun ovocita!

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Poiché dietro ai 3.304 criocontenitori di ovociti ed ai 744 criocontenitori di embrioni ci sono 4.048 giovani donne, che si sono sottoposte ad uno o più cicli di sovrastimolazione ovarica per produrre un numero di ovociti tali da permettere il prelievo dei 6-7 ovociti maturi contenuti nei criocontenitori di ovociti o necessari per produrre gli embrioni contenuti nei criocontenitori di embrioni, esponendosi a rischi durante lo stesso ciclo o a distanza, dubitiamo che tutto ciò sia avvenuto gratuitamente o con un semplice rimborso spese, ma ci sembra più verosimile che ad una simile pratica si possano essere sottoposte giovani donne bisognose di danaro.

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Chiediamo che venga fatta estrema chiarezza su queste considerevoli importazioni di embrioni e di ovociti avvenute nell’anno 2015 e che nell’anno 2016 sono notevolmente aumentate (6.379 crioconservatori di ovociti e 2.877 crioconservatori di embrioni!) e che venga anche accuratamente accertato se è stato sempre rispettato l’art.12 comma 6 della legge 40/2004 (Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro).

Chiediamo, inoltre, quali misure intenda adottare il Governo ed il Parlamento per porre fine a questo vergognoso sfruttamento delle donne e di reificazione della vita umana.

Chiediamo, infine, come il Parlamento ed il Governo intenda porre fine al far west creatosi dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 151/2009, che ha portato ad un progressivo aumento degli embrioni crioconservati, che nel 2015 sono stati 34.490 con una punta di crioconservazione del 55,8% degli embrioni prodotti e trasferibili nel Lazio.

Per alcuni suggerimenti in merito rimandiamo alle nostre riflessioni del 23/9/2014, che alleghiamo.

Sperando che molti Parlamentari e Membri del Governo ritengano ancora che ad ogni embrione concepito anche fuori dall’utero materno bisogna riservare lo stesso rispetto e la stessa tutela che è dovuta ad ogni essere umano, di cui noi sentiamo l’urgente dovere di farci voce, cordialmente Vi salutiamo fidando nella Vostra attenzione ed azione

Il Consiglio Direttivo AIGOC

 


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