12/02/2021 di Luca Scalise

Farmacista esercita il suo diritto all’obiezione di coscienza. Polemiche e proteste delle femministe abortiste

Il compito del medico, dell’infermiere, dell’operatore sanitario, del farmacista è a servizio della vita, è volto alla cura della sofferenza. Oggi, invece, il “Primum non nocere” non sembra essere, poi, così scontato. Coloro che fanno obiezione di coscienza all’aborto, ad esempio, vengono perseguitati sempre più aspramente.

Leggiamo su Il Tirreno di una polemica scoppiata in una farmacia di Ponte del Giglio, dove una farmacista, Maria Rosaria D’Atri, si sarebbe rifiutata di dare la pillola del giorno dopo a una ragazza che gliel’aveva chiesta. «Non sono un distributore automatico di medicinali. La “pillola del giorno dopo” è un abortivo, non si può dare con leggerezza. Se l’Agenzia del farmaco la pensa diversamente avvalora una menzogna», spiega la dottoressa, che ci tiene a chiarire: «È scientificamente provato che quando lo spermatozoo feconda l’ovulo siamo di fronte alla vita. A parer mio e soprattutto della scienza, quello è un farmaco abortivo. Non posso avvalorare una menzogna. Io difendo la verità, sono per la vita». Immediate le proteste di “Non una di meno” davanti alla farmacia.

Anche la nostra associazione ha trattato l’argomento “contraccezione” più volte e in diversi articoli, mettendo in luce le criticità del tema. Come scrivevano tempo fa le donne della nostra Redazione, parlando dei rischi di questa pratica per la salute fisica e psichica femminile, «Pro Vita & Famiglia da sempre mette in guardia le donne dai “veleni della contraccezione”. Da sempre diamo voce alle poche femministe non accecate dall’ideologia che davvero hanno a cuore la salute delle donne».

Inoltre, come scriveva il professor Mozzanega in un altro articolo, «EllaOne, è la “pillola dei cinque giorni dopo”: spacciata per un “contraccettivo d’emergenza”, nonostante provochi l’aborto del bambino, nel caso sia stato concepito». Insomma, non si tratta affatto di una pilloletta qualunque e l’aborto non è una pratica volta alla salute, altrimenti curerebbe qualcuno, invece di eliminare un bambino.

Infine, è importante, poi, leggere le testimonianze di donne ingannate dalla propaganda sulla contraccezione e che raccontano le loro storie.

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