02/03/2020

Evento gender promosso da Roma Capitale. De Priamo (FdI): «Siamo alla follia»

“Siamo alla follia. Roma Capitale ha dato il patrocinio per un evento che dovrebbe svolgersi in una biblioteca comunale nel Municipio VII - con i bambini delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie - dove due Drag Queen ‘diventeranno libri viventi per narrare alle giovanissime generazioni fiabe e racconti, insieme agli operatori dell'associazione Cittadini del mondo'. Un'iniziativa decisamente inopportuna perché rivolta ai bimbi propagandando in modo esplicito il tema gender".

Questo è quanto dichiarano in una nota congiunta gli esponenti di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo, capogruppo in Campidoglio, Fulvio Giuliano, vicepresidente del Consiglio del Municipio VII e Domenico Carlone capogruppo nel VII Municipio.

Peraltro, nella stessa nota, si sottolinea come l’uso dell’asterisco al termine delle parole “bambini” e “ragazzi”, così come riportato sulla locandina dell’evento, sia la prova lampante del tentativo di instillare, nelle menti dei più piccoli le assurde teorie che si raccolgono tutte sotto un’unica ideologia, quella del gender che predica e persegue proprio l’annullamento dell’identità.

Pertanto ad Andrea de Priamo, capogruppo di Fratelli d’Italia, in Campidoglio, tra i fautori e i promotori di una mozione ad hoc, per bloccare l’iniziativa, Pro Vita & Famiglia ha rivolto alcune domande.

 

Come Fratelli d’Italia avevate creato o avevate intenzione di creare una mozione?

«Sì, abbiamo già predisposto una mozione da presentare al Consiglio di ieri, però non l’abbiamo più fatto perché il primo degli eventi è stato annullato. Ma la questione rimane comunque sospesa perché la motivazione era semplicemente il pericolo del contagio e non l’evidente e palese inopportunità di un avallo istituzionale ad un’iniziativa del genere»   .

Dopo che l’evento è stato annullato, la mozione sarà presentata ugualmente, perché non accada che passata l’emergenza contagio, ci si ritrovi di nuovo di fronte a queste “amenità”?

«Certo, perché c’è ancora la prossima iniziativa, quella fissata per il mese di marzo, per cui noi siamo vigili e in quell’occasione chiederemo che venga ritirato il patrocinio e venga sospesa l’iniziativa».

E’ possibile sapere almeno a grandi linee il contenuto della vostra mozione?

«Innanzitutto denunciamo l’ennesimo tentativo, da parte dei sostenitori dell’ideologia gender, di influenzare e manipolare in maniera subdola e sleale le menti dei più piccoli. Infatti, proprio in nome del rispetto della dignità di tutti è inaccettabile che venga perpetrata questa subdola violenza psicologica a danno dei più piccoli. Pertanto chiediamo all’assemblea capitolina, al sindaco e alla Giunta che non venga consentito lo svolgersi di questa iniziativa nella scuola Damiano Chiesa e che non venga fornito alcun sostegno istituzionale, pretendiamo, infatti, anche il ritiro del patrocinio».

Come Fratelli d'Italia avete chiesto all'amministrazione capitolina di togliere il patrocinio e di non ospitare l'iniziativa in una biblioteca comunale, come definire o interpretare questa singolare decisione di Roma Capitale?

«Diciamo che al momento il primo responsabile è il Municipio VII ma presupponiamo che sia un’iniziativa fatta propria anche a livello capitolino. Questo lo riteniamo particolarmente grave perché c’è un avallo istituzionale anche centrale. Noi purtroppo pensiamo che queste iniziative non siano casuali ma appartengono alla volontà di applicare sin dalle primissime fasce dell’infanzia una visione ideologica legata all’ideologia gender. E se un’amministrazione pubblica ritiene di avallarla in qualche modo condivide questa ideologia e tutto ciò è maggiormente grave perché riguarda soggetti non in grado di tutelarsi ovvero i bambini delle scuole dell’infanzia addirittura. Non si tratta poi, come vorrebbero far credere, iniziative in cui si insegna la non discriminazione, magari fosse così, ma iniziative che impongono un modello culturale di riferimento che dovrebbe essere, invece, una responsabilità della famiglia approvare o meno».

 

di Manuela Antonacci

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