25/03/2020

Emergenza Coronavirus, l’aborto è davvero “urgente”?

Siamo nel bel mezzo di una emergenza sanitaria che sta coinvolgendo ormai non più solo il nostro Paese, ma tantissimi altri in tutto il mondo: il Coronavirus va combattuto ed eliminato. Per questo, come in Italia, anche all’estero vari Paesi stanno adottando misure speciali per prevenirne il contagio.

Gli ospedali, com’è giusto che sia, necessitano di concentrarsi su chi ha contratto il virus, per salvargli la vita, e, essendo luoghi dov’è facile diffondere il contagio, bisogna che siano resi meno pericolosi possibile, limitando la possibilità di accedervi alle sole prestazioni sanitarie considerate urgenti.

Peccato che in Italia, nonostante sia tra il Paese dove attualmente v’è il maggior numero di malati gravi (e decessi) a causa del Covid19, la macchina dell’aborto continui incessante a mietere piccole vittime. Non c’è emergenza sanitaria che riesca a bloccarne la pratica: l’aborto è considerato una prestazione “urgente”. Ecco perché, in un comunicato, Pro Vita & Famiglia ha voluto denunciare «la discutibile decisione presa dal ministero di far rientrare gli aborti tra le urgenze e di escludere invece altre cure».

Sappiamo invece, tramite un articolo di Life News, che la Louisiana ha immediatamente applicato le direttive dei funzionari statali in merito alla necessità di sospendere le procedure non urgenti, bloccando gli aborti. Le strutture utilizzate per questa pratica, come giustamente suggerisce il presidente di Louisiana Right to Life, farebbero meglio a mettere a disposizione del pronto soccorso le proprie mascherine di protezione delle vie aeree.

Allo stesso appello si uniscono i pro life texani, invitando le strutture abortiste a cedere agli ospedali maschere, guanti e altri dispositivi di protezione. Pare che invece in Ohio le cliniche abortiste stiano proseguendo il loro “lavoro”, nonostante il divieto.

La lotta contro il Coronavirus richiede la partecipazione di tutti: è veramente il caso di comprendere che la vita umana di ciascuno merita di essere tutelata e difesa e che questo dovrebbe essere il primo compito di tutti coloro che operano in ambiente sanitario.

 

di Luca Scalise

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