22/04/2016

Embrioni che si auto-correggono: una ricerca su Nature

L’ANSA di qualche giorno fa riportava una notizia dall’Università di Cambridge a proposito della capacità di auto-ripararsi degli embrioni, la quale conferma quanto già scoperto da un team italiano.

Della ricerca italiana, pubblicata sul New England Journal of Medicine dal team di Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione all’European Hospital di Roma, avevamo parlato qui: sei embrioni “a mosaico”, imperfetti, con difetti genetici, impiantati in utero, sono divenuti bambini sani e belli.

Su Nature Communications, invece, è stato pubblicato uno studio condotto sui topi dalla dottoressa Magdalena Zernicka-Goetz, dell’università di Cambridge: anche esso attesta che le cellule anormali possono essere eliminate, ‘uccise’ dalle cellule sane, e sostituite da altre sane, ‘riparando’ così l’embrione.

La dottoressa Zernicka-Goetz aveva avuto un’esperienza personale indicativa: incinta a 44 anni, la villocentesi le mostrò che fino a un quarto delle cellule nella placenta erano anormali. Per fortuna il suo bambino è nato sano, ma con un risultato del genere la maggior parte delle donne avrebbero abortito, su consiglio dei medici, per il rischio di avere figli con anomalie cromosomiche.

Invece, gli embrioni hanno una sorprendente capacità di auto-correggersi: “Anche quando la metà delle cellule nei primi stadi di sviluppo sono anormali, l’embrione riesce a ripararsi completamente”, riporta l’ANSA.

Una notizia del genere non viene rilanciata con la dovuta enfasi dai media: la cultura della morte non vede di buon occhio ciò che può frenare l’ansia eugenetica dell’uomo moderno.

La vis sanatrix naturae, la forza riparatrice della natura, invece, opera anche nei primissimi stadi della vita. Le scoperte di Roma, a suo tempo, furono salutate come una buona notizia per l’industria della fecondazione artificiale: si possono impiantare anche embrioni non perfettamente sani, che poi si riparano da sé...

Tanto per abortire, eventualmente, c’è sempre tempo: in Italia, se il bambino è malformato (anche se ha solo il piede torto o il labbro leporino), la legge 194 ne consente l’eliminazione fino a sei mesi e oltre.

Redazione


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