21/01/2021 di Manuela Antonacci

E’ gay il papà più bello d’Italia. E la sua storia è uno spot a procreazione assistita e utero in affitto

 “Il papà più bello d'Italia? Ha 34 anni, è trevigiano ed è gay”, un titolo che campeggi sugli articoli di diversi webmagazine in questo periodo, che vorrebbero esprimere “esultanza” per una scelta in cui, evidentemente, vengono confusi criteri estetici con la solita propaganda ideologica.

Parliamo di un concorso di bellezza online, indetto da Starpeoplenews.it e vinto dal vittoriese Manuel Zardetto, papà di Mia, grazie all'inseminazione artificiale. Un dettaglio non da poco, in quanto, se, in ogni articolo in cui si parla di Zardetto, viene continuamente messo in evidenza, allora vuol dire che, come al solito, tutto si cerca di far concorrere alla causa “arcobaleno”.

Parliamo di una bambina avuto con l’inseminazione artificiale e l’utero di un’altra donna, nello specifico, un’amica single di Zardetto.

Ma fa specie più di ogni altra cosa, il leitmotiv degli articoli di certa stampa sull’argomento in questione, in uno di essi, è proprio il caso di citarlo, si legge: “Il 34enne trevigiano, infatti, è gay e ha un compagno veneziano (Francesco) di cui è molto innamorato. Ed è proprio questo l'elemento particolare di questa storia, ovvero il fatto che il papà più bello del Belpaese sia omosessuale. E chissà che con questa vittoria Manuel non abbia abbattuto una "barriera" nel concetto di "padre eterosessuale".

Parole che fanno rabbrividire, perché, se essere “padre biologico”, ovvero mettere al mondo un figlio, frutto di un atto d’amore con un’altra persona che di quel bambino diventa legittimamente madre, è una “barriera”, mentre ottenerlo in modo forzato, con l’inseminazione artificiale, che riduce la radice stessa della genitorialità ad un atto puramente tecnico, senza alcuna partecipazione sentimentale, sarebbe un progresso di civiltà, allora la concezione stessa dell’umano è evidentemente compromessa.

Siamo di fronte ad una tale deriva ideologica e antropologica che neanche le figure primarie della nostra esistenza, vengono considerate come tali, nella loro integrità fisica oltre che psichica. Perché le due cose sono fortemente interrelate, come dimostrano molti studi di neuropsichiatri che mettono in evidenza come il rapporto che si crea nel grembo materno tra la mamma e il bambino che porta in pancia, è già profondissimo e già contribuisce a formare il fragilissimo io del piccolo.

Non si possono scindere realtà biologica, psichica ed emotiva perché la natura non ci ha fatti a compartimenti stagni e avanzare questa pretesa come atto di civiltà ci rende semplicemente ciechi.

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