02/07/2017

Droga – Suor Tarcisia scrive ai giovani e alle famiglie

Suor Tarcisia, di Bari, ha 92 anni, ma continua a lottare contro la droga e le tossicodipendenze in generale.

La settimana scorsa si è celebrata la giornata mondiale contro la droga e, per l’occasione, la religiosa ci ha inviato questa lettera aperta, che pubblichiamo volentieri.

La droga fa male: diciamo NO alla liberalizzazione

Care famiglie, cari giovani,

nell’anno 1982 ho fondato l’Associazione Famiglie per i Tossicodipendenti, che attualmente è ancora all’opera a servizio della cittadinanza di Bari, avente come assistente spirituale il parroco, don Salvatore De Pascale. Tale Associazione, in collaborazione con i servizi preposti dal Comune, presta un supporto psicologico e spirituale a tali famiglie e contemporaneamente offre una prima accoglienza ai ragazzi interessati a un percorso di recupero terapeutico.

L’Italia è un Paese di grandi valori. È un Paese civile, ricco di cultura, di umanità, rispettoso di ogni cittadino, che offre accoglienza ai popoli più sfortunati. Un Paese come il nostro non può tollerare i germi di un veleno che distrugge l’uomo, privandolo della pace.

Il veleno a cui io, Suor Tarcisia, mi riferisco è la marijuana. Liberalizzarla vorrebbe dire dare la possibilità a tutti di poterne fare uso, con un conseguente aumento di incidenti stradali oltre che di numerose problematiche legate alla salute dei cittadini. I corruttori e gli avidi di denaro parlano di benefici che la liberalizzazione della marijuana potrebbe portare a coloro che soffrono di determinate patologie, come l’asma bronchiale; parlano di libertà individuale e della possibilità di poter risanare il debito pubblico attraverso il commercio di questa droga.

In realtà, ritengo che liberalizzare la marijuana possa portare solo a nuovi squilibri all’interno della società. Per affrontare determinate patologie, infatti, la medicina possiede potenti strumenti, migliori di questa droga, il cui uso porterebbe effetti collaterali che bisognerebbe poi affrontare e combattere in futuro.

Le famiglie italiane chiedono il diritto alla salute: liberalizzare un vizio significherebbe togliere la libertà alle famiglie, alla società e allo Stato intero. Di questa piaga, tutti i Paesi ne sono schiavi. E l’Italia non può e non deve permettere che questo accada.

Con stima e affetto,

Suor Tarcisia Saja Mafalda


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