28/09/2016

Droga “leggera”: la riforma del 2014 e la proposta Giachetti

Il magistrato Alfredo Mantovano in più occasioni ha documentato il fatto che – nel nostro Paese – la recente riforma del 2014, che modificava in senso permissivo le leggi in vigore contro lo spaccio della droga, ha provocato una serie di effetti deleteri.

La proposta di legge attualmente in esame alla  Camera sarebbe il coronamento dello sfascio già avviato da quella riforma i cui danni si possono registrare già in solo due anni.

Vediamo uno ad uno come Mantovano ha smentito e sbugiardato i soliti luoghi comuni si propagandano a proposito della droga “leggera”.

Legalizzare la droga farà diminuire il consumo?

Laddove si “liberalizza” la droga, il consumo aumenta. Il nostro Paese non è diverso, in questo, dall’Olanda e dagli Stati americani (si vedano i dati più avanti) che hanno proceduto alla legalizzazione della droga “leggera” per uso ricreativo.

«Una ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, pubblicata nell’aprile di quest’anno, fa emergere – dice Mantovano su La Nuova Bussola Quotidiana – un abbassamento dell’età di avvio del consumo di droga e una larga prevalenza fra i minori dell’uso di cannabis, pari al 26.3% degli studenti nella fascia fra i 15 e i 19 anni. L’ultima Relazione al Parlamento del Dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio, sempre relativa al 2014, denuncia uno spaventoso incremento dei sequestri da parte delle forze di polizia di cannabis e derivati, il + 211,29%, affiancato da un significativo decremento delle operazioni svolte – meno 11,47% -, delle persone segnalate – meno 13,25% -, e degli arresti, meno 16,82%».

Questa è la conseguenza dell’aver – con la riforma del 2014 – ripristinato la falsa e antiscientifica distinzione tra droga “leggera” e droga “pesante”, aver reso “non punibile” la detenzione “per uso personale” (la prova dell’uso “non personale” compete a chi fa le indagini); l’aver reso impossibile l’arresto in  flagranza dello spacciatore, se lo spaccio è “di lieve entità”.

Dunque, conclude Mantovano, «l’organismo istituzionalmente dedicato alla lotta alla droga, dipendente in modo diretto dallaPresidenza del Consiglio, collega la pessima riforma di due anni or sono all’aumento immediato della diffusione dei derivati della cannabis e alla diminuzione di efficacia dell’azione di contrasto».

Legalizzare la droga farà risparmiare/guadagnare lo Stato?

Lo Stato non ci guadagnerà davvero (e se lo facesse sarebbe immorale come è immorale il guadagno sulle macchinette mangiasoldi che rovinano la vita delle persone ludo – dipendenti). Anzi. I costi sociali della liberalizzazione della cannabis sono enormi. Per esempio, nella legge in discussione attualmente alla Camera non è prevista in alcun modo la verifica dell’assunzione di cannabis da parte di  autisti di autobus e automobilisti in genere, medici, infermieri... Né si prevede alcuna possibilità di interdire  dal lavoro categorie del genere: vogliamo immaginare i costi sociali che comporterà il fatto che dovremo fare i conti con medici, infermieri, conducenti di mezzi di trasporto (e simili) che – lecitamente – fanno uso di droga?

Intanto, i dati dei ricoveri ospedalieri o quanto meno al pronto soccorso dopo l’assunzione dei derivati della cannabis sono in aumento in Europa e in Italia, e hanno percentuali più accentuate fra gli adolescenti.

Legalizzare la droga farà un danno alla criminalità?

Su Il Foglio del 19 agosto scorso, Mantovano scriveva – e lo ricordiamo, anche se noi l’abbiamo ripetuto in tante occasioni – che  anche la  criminalità sarà lieta dell’apporvazione della legge Giachetti. Qualsiasi norma mette dei limiti e il traffico illecito prospererà nel superamento di ciascuno di questi limiti, garantendo a chiunque (anche ai minorenni), con minori ostacoli – e magari a un prezzo più conveniente – droga in maggiore quantità, o con principio attivo più efficace.

Cita in proposito il prof. G. Di Chiara, direttore del dipartimento di tossicologia all’università di Cagliari: «L’esperienza degli USA, dove 20 stati hanno legalizzato il fumo di cannabis per uso medico e due anche per uso ricreazionale, indica che la legalizzazione della cannabis aumenta soprattutto la quantità consumata pro capite (…). Non ha eliminato il mercato illegale ma ne ha semplicemente ristretto la clientela agli adolescenti e agli adulti che non possono permettersi il costo elevato della cannabis legale» (Il Sole 24 ore, 18.05.14); Antonio M. Costa, già vicesegretario Onu con delega alla sicurezza e al contrasto del narco-traffico: «In Colorado l’uso tra i giovani è salito dal 27 al 31 per cento (contro il 6-8 della media nazionale) (…) il mercato illecito prospera (40 per cento del consumo)» (La Stampa, 25.07.16) e il prof. Luigi Janiri, vicepres. sez. dipendenze della Soc. italiana psichiatria: «(…) l’alcol è in grado di determinare effetti nocivi sulla salute sia fisica, sia psichica. È un dato accertato che ciò avvenga per dosi progressivamente crescenti di alcol e in un tempo molto più lungo rispetto alla cannabis. L’altra differenza importante rispetto alla cannabis risiede nel fatto che (…) mentre un episodio psicotico transitorio si può verificare in una persona anche alla prima assunzione di cannabis, non si verifica alla prima assunzione di alcol». Inoltre: «Una persona che fuma una canna oggi impiega (…) per eliminarla fino a 15-20 giorni» (audizione svolta alla Camera il 2.04.14).

Anche a proposito di droga e di legalizzazione della cannabis, ci sembra assurdo dover stare a ripetere quello che dovrebbe essere noto al buon senso comune. E invece ci torneremo ancora su. Stiamo anche preparando, per novembre,  un numero dedicato della rivista cartacea Notizie ProVita, con articoli inediti e documentati, come al solito. Anche su questo tema, la responsabilità che abbiamo nei confronti delle nuove generazioni è enorme. Non possiamo tacere. E anche voi, cari Lettori, siete chiamati a documentarvi e a parlare, a testimoniare, per far da contraltare alle bugie che spargono i cultori della morte, desiderosi di creare una massa di giovani smidollati che in futuro sarà facile dominare e governare.

Redazione 

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