02/08/2016

Droga “leggera”: danni fisici, psichici e sociali

A proposito di droga “leggera”, abbiamo già fatto cenno del documento pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità intitolato “The health and social effects of nonmedical cannabis use“, cioè “Effetti sociali e sulla salute dell’uso non medico della cannabis”.

Pensiamo sia necessario approfondire il discorso, nella speranza che il documento giunga anche nelle mani (e nel cervello) dei nostri parlamentari, impegnati a discutere della liberalizzazione della droga.

Una prima nota è da fare a proposito del titolo: non parla di “abuso”, ma di “uso”. Questo già dovrebbe far riflettere quelli che mettono sullo stesso piano l’alcol, il tabacco e la droga.

Dei primi due va evitato, stigmatizzato, l’abuso: un paio di bicchieri di vino, ma anche  un paio di sigarette al giorno, non arrecano danni ad una persona sana. Un paio di canne?

Il documento dell’OMS, che è il risultato di innumerevoli indagini scientifiche condotte anche in quei Paesi “modello” come l’Olanda che hanno da tempo liberalizzato la droga, potete scaricarlo qui. Però è in inglese.  Oggi diamo una visione d’insieme della parte che spiega gli effetti della cannabis. Certamente ci torneremo su, in particolare con un prossimo numero del mensile Notizie ProVita che sarà dedicato al tema.

Va premesso che tutto quello che andiamo a spiegare circa gli effetti della droga “leggera” si verifica tanto più intensamente e tanto più frequentemente quanto più il soggetto è giovane. Gli adolescenti, che sono i maggiori fruitori di cannabis e derivati, sono quindi quelli che ne subiscono le conseguenze in modo più grave.

Quanto agli effetti a breve termine di cannabis, quelli che si riscontrano anche in chi fa un uso sporadico della sostanza e anche in chi la usa per la prima volta, essi si manifestano innanzi tutto sulle capacità di cognizione e coordinamento. Per questo uno dei costi sociali immediati più evidenti della legalizzazione della droga è l’incremento esponenziale degli incidenti stradali.

La droga “leggera”, poi, causa ansia e sintomi psicotici, patologie acute al sistema cardiovascolare (a cominciare dalla tachicardia, fino all’ictus o a problemi cardiaci), sui polmoni e sulle vie respiratorie (a parte il fatto che spesso la cannabis si consuma insieme al tabacco, non è vero che  la droga di per sé non fa male ai polmoni: il tabacco ha un effetto costrittivo, la cannabis un effetto dilatativo dei vasi sanguigni e delle vie respiratorie). E’ stato notato poi che i consumatori di cannabis e derivati sono soggetti a diversi altri incidenti oltre a quelli automobilistici: incidenti domestici, lesioni autoinferte, o inferte da altri per un litigio o per uno scherzo che – sotto effetto della droga – non è stato ben “bilanciato”.

Quanto alla salute mentale e agli esiti psico-sociali del consumo di cannabis a lungo termine, cioè effetti che si manifestano quando si usa la droga con una certa regolarità, in primis l’OMS rileva la dipendenza.  Questo dato non va sottovalutato, perché è connesso con il bisogno di droga che porta al consumo di sostanze sempre più potenti e quindi incrementa i commerci della roba illegale. Perciò quelli che dicono che legalizzare serve a stroncare i trafficanti peccano di superficilaità o di malafede: i mafiosi che gestiscono il commercio di droghe illegali sono ben lieti della legalizzazione delle droghe “leggere”.

Un altro dato molto preoccupante che si riscontra è il danno alla funzione cognitiva. Per dirla in modo un po’ brutale, ma comprensibile a tutti: le canne rendono stupidi.

Oltre a questo, all’uso della droga “leggera” si possono associare diversi disturbi mentali come la psicosi, la schizofrenia, la depressione, l’ansia, il disturbo bipolare,  e altro, fino ad un significativo incremento del rischio di suicidio.

E infine, il documento OMS smentisce chi dice che “le sigarette fanno venire il cancro, ma le canne no“: anche l’uso di soli derivati della cannabis, senza tabacco, provoca cancro ai polmoni, alle vie respiratorie, alla bocca e alla lingua.

Purtroppo non possiamo confidare sul senso di responsabilità dei nostri parlamentari. Non ci sorprenderebbe che la legalizzazione della droga arrivi presto, magari con un procedimento forzato e anti-democratico, come quello usato per le unioni civili. Oppure con una soluzione di “compromesso”, come quella sull’aborto, che – sappiamo bene – non è stato affatto un compromesso, ma l’inizio della moderna strage degli innocenti.

Quindi sta a noi, ai singoli cittadini, padri, madri, nonni, fratelli, diffondere queste informazioni, soprattutto tra i più giovani.

In questo senso un appello particolare va fatto ai ragazzi che stanno leggendo questo articolo: le “prediche” degli adulti lasciano il tempo che trovano. Quanto invece sono più efficaci le parole dei coetanei, in certe questioni! Non abbiate paura di dire queste cose ai vostri amici e compagni di scuola. Voi sapete bene quanto sia diventato “normale” farsi le canne, tanto “non fa male, anzi i medici le prescrivono per curare un sacco di malattie”....

Voi, giovani, avete davvero il potere (e quindi il dovere) di salvare la vita – o la qualità della vita – dei vostri coetanei.

Francesca Romana Poleggi

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