13/03/2014

Dichiarata morta, si risveglia

Un’altra storia si aggiunge ai tanti casi di persone che sono state dichiarate morte o definite in stato vegetativo persistente, che invece si sono svegliate.  Lifenews.com racconta che  Lexi Hansen, una studentessa di 18 anni, era stata investita la scorsa settimana e aveva riportato gravi ferite alla testa.

I medici le avevano dato meno del 5% di possibilità di sopravvivenza. I test avevano indicato che era sostanzialmente in stato di morte cerebrale. Ma dopo diverso giorni di coma, la ragazza ne è miracolosamente uscita, mentre i genitori cantavano Salmi accanto a lei.

Sappiamo bene che per una Lexi che si risveglia ci sono tante – troppe – persone che passano lungo tempo in coma e poi muoiono. Ma sappiamo anche come sia semplice – troppo semplice – per molti medici dichiarare “morta cerebralmente” e senza speranza una situazione che in effetti non lo è. Spesso, purtroppo, i parenti si convincono a donare gli organi... non sapremo mai quante Lexi si sarebbero potute svegliare!

La cultura mortifera che ci avvelena, piuttosto che cercare di definire in modo più certo i casi in cui la morte cerebrale è realmente tale, invece di affinare i protocolli che rispettino ogni vita fino alla sua fine naturale (senza accanimento terapeutico, ovviamente), tende a “staccare” la spina, per falsa pietà e per falsa filantropia: man mano che prendono piede i testamenti biologici, i suicidi assistiti e roba simile, gli esseri umani diverranno sempre più contenitori di pezzi di ricambio ad uso e consumo di chi è ricco ed efficiente e non “costa” alla società. Saranno sempre meno le Lexi che si sveglieranno...

Francesca Romana Poleggi

Fonte: LifeSiteNews

 

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