09/11/2020 di Luca Marcolivio

Ddl Zan. Maria Giovanna Maglie: «Approvazione in gran fretta lede la libertà di espressione»

Non risparmia aspre critiche al ddl Zan nemmeno Maria Giovanna Maglie. Secondo la nota giornalista televisiva, ci troviamo di fronte a un palese tentativo di indottrinamento, in cui il confronto tra idee contrastanti sarà forzatamente rimpiazzato da un’“opinione unica”, in base alla quale i principi della famiglia naturale saranno derubricati a retaggi di una tradizione passata. A colloquio con Pro Vita & Famiglia, la Maglie ha fatto luce sulle dinamiche politico-istituzionali che nei giorni scorsi hanno portato all’approvazione del ddl contro l’omotransfobia alla Camera dei Deputati.

 

Maria Giovanna Maglie, una delle particolarità del ddl Zan è stata la sua approvazione nella sua versione rafforzata, senza quei compromessi e quegli emendamenti che avevano caratterizzato, ad esempio, le unioni civili o il biotestamento. A cosa è dovuta questa radicalizzazione?

«La questione è molto semplice. Il Paese versa in una situazione in bilico tra la confusione, il caos e il “terrorismo sanitario”, gli italiani si sentono molto insicuri e privi di fiducia nel futuro. Il ddl Zan è stato quindi approvato a Montecitorio in un’atmosfera a dire poco surreale. La furia ideologica che anima la sinistra – che ha la maggioranza in Parlamento ma non nel Paese – ha fatto sì che il risultato fosse scontato. Ciò che va spiegato, al di là delle convinzioni sul fatto in sé, è che è stata conculcata la libertà di espressione. È questo il dato più importante: quando la legge andrà in vigore non ci saranno opinioni contrastanti pronte a confrontarsi ma un’opinione unica, quella secondo cui, ad esempio, l’idea che il rapporto tra due persone che non siano un uomo e una donna non può dar vita a un matrimonio, verrà considerata un residuo arcaico del passato. E chi lo professa rischierà di essere denunciato, grazie all’introduzione del più assurdo tra questi reati: quello di omotransfobia. Al di là del credere o meno in complotti e regie occulte, avanza un vero e proprio tentativo di indottrinamento degli italiani. È una strategia che, da un lato, rivela una straordinaria insipienza e incapacità nei confronti dei problemi, dall’altro tenta di distrarre e di indirizzare ideologicamente gli italiani. Ritengo l’approvazione in gran fretta di questa legge una cosa gravissima, indipendentemente dal contenuto, perché lede la libertà di espressione, la libertà di ognuno di noi di pensarla diversamente, senza per questo dover incorrere nei rigori della legge».

Per quale motivo alla Camera si è optato per il voto segreto?

«Il voto segreto implica sempre un parlare alla coscienza del parlamentare, lasciandogli, però, la libertà di opinione. Quando, però si tenta di conculcare la libertà d’opinione, si impone il voto palese, di modo che, se ci fosse stato qualcuno nella maggioranza che la pensava in maniera meno estremista, sarebbe stato facilmente messo a tacere. È stata una forma di ricatto da parte della maggioranza giallo-rossa».

Taluni accusano l’opposizione di aver fatto troppo poco per ostacolare il ddl…

«Cosa voleva che facesse l’opposizione, che si spogliasse sulla pubblica piazza? L’opposizione ha votato contro e tant’è. All’opposizione non si deve chiedere di fare il governo, così come al governo non si deve chiedere di fare l’opposizione. L’opposizione i miracoli non li può fare. Se si vuole che l’opposizione diventi governo, si deve premere in tutte le forme lecite per ottenere le dimissioni di questo esecutivo, con la presa d’atto del presidente della Repubblica che questo è un governo illegittimo rispetto alla volontà degli italiani, che il sentimento popolare degli elettori è offeso da questo governo. A giugno, il capo dello Stato li mandi a votare e, in tal caso, poi, l’opposizione diventerà maggioranza e si assumerà le sue responsabilità».

A gennaio il ddl Zan dovrebbe approdare in Senato: in questa sede, c’è qualche possibilità che l’approvazione non vada in porto?

«Al Senato la maggioranza è numericamente meno forte e ci sono maggiori presenze moderate. Non va dimenticato, però, il contributo dei senatori a vita che, quando necessario, si schierano sempre in sostegno della maggioranza di turno».

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