28/04/2016

Dare la vita per la Vita. In ricordo di Gianna Beretta Molla

Cinquantaquattro anni fa, alle 8 del mattino del 28 aprile del 1962, moriva Gianna Beretta Molla, la cui intera esistenza è un inno alla Vita, alla Famiglia e all’Amore.

Canonizzata nel 2004 dal beato Giovanni Paolo II, questa figura di donna e di madre – realizzatasi nella ‘banale’ quotidianità della vita matrimoniale e della professione – è un vero e proprio modello per la causa pro-life, ancor prima che una esemplare incarnazione delle virtù cristiane.

In che senso Gianna Beretta Molla ha donato la propria vita per la Vita?

Laureatasi in Medicina e Chirurgia nel 1949, tre anni dopo la giovane Gianna si specializza in pediatria, privilegiando la cura di poveri, mamme, bambini e vecchi.

 Il 24 settembre del 1955, dopo tre anni di fidanzamento, Gianna si sposa con Piero. Fin da subito la nuova famiglia si contraddistingue per l’apertura – gioiosa e senza troppi calcoli – alla generazione di figli: il 19 novembre 1956 nacque Pierluigi, l’11 dicembre 1957 Maria Zita (Mariolina) e il 15 luglio 1959 Laura, tutti e tre nati nella casa di Ponte Nuovo.

La quarta gravidanza sarà però accompagnata – scrive Figheradalla notizia della malattia di Gianna. La presenza di un fibroma [tumore benigno, ndr] all’utero costituisce un pericolo per la vita della madre. Solo l’aborto, in base alle conoscenze e competenze mediche dell’epoca, potrebbe rappresentare una salvaguardia per la sua vita. Gianna decide di portare avanti la gravidanza, si fa asportare il fibroma, cosciente del grave rischio che la sutura praticata nell’utero possa cedere“.

Gianna non ha esitazioni nel scegliere per la vita della sua bambina, tanto che prima dell’intervento supplica il chirurgo che doveva operarla di salvare, in caso di complicazioni, la creatura che portava in grembo.

L’operazione va bene, ma la preoccupazione rimane alta per i restanti sette mesi di gravidanza. Tanto che Piero ricorda queste parole rivoltegli dalla moglie pochi giorni prima del parto: “Mi disse esplicitamente, con tono fermo e al tempo stesso sereno, con uno sguardo profondo che non dimenticherò mai: ‘Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate lui’“.

Il 20 aprile 1962 Gianna entra in ospedale dove viene sottoposta a taglio cesareo. Nasce Gianna Emanuela. Tuttavia, già dopo qualche ora dal parto le condizioni generali di Gianna si aggravarono: ha la febbre e prova sofferenze addominali atroci per il subentrare di una peritonite settica.

In una lenta agonia si consumano gli ultimi giorni in ospedale. Il 28 aprile all’alba, in seguito a sua richiesta, viene riportata a casa, dove muore alle 8 del mattino.

Gianna aveva solo 39 anni, ma nel donare la sua vita ha lasciato una testimonianza che rimane d’insegnamento nel tempo. E’ stata una ‘mamma coraggio’, come tante altre donne anche ai giorni nostri!

Redazione


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