10/10/2021 di Luca Volontè

DAL MONDO - Anche Taiwan acconsente alla riassegnazione del sesso senza operazione chirurgica

L'Alta Corte amministrativa di Taipei ha emesso una sentenza che ordina ad un ufficio di registrazione delle famiglie di Taiwan di permettere a una donna transgender di modificare il genere specificato sulla sua carta d'identità.

Nel caso in questione, il Daxi District Household Registration Office di Taoyuan aveva negato, nell’ottobre del 2019, la richiesta della donna transgender, che si identifica come "Xiao E (小E)", di cambiare il genere indicato sulla sua carta d'identità. L'ufficio aveva basato la sua decisione su una direttiva emessa dal Ministero dell'Interno (MOI) nel 2008, che affermava che le domande per cambiare il genere di una persona sulla carta d'identità non sarebbero state accolte, a meno che il richiedente non avesse fornito certificati medici che indicassero che gli era stata diagnosticata una ‘disforia di genere’ e che avesse portato a termine un'operazione chirurgica di cambio di sesso.

Al contrario di quanto previsto, infatti, Xiao E ha presentato i certificati rilasciati da due diversi istituti psichiatrici che hanno diagnosticato un'identità di genere femminile, ma non ha fornito la prova di un'operazione di riassegnazione del sesso. Dopo aver fatto appello al governo della città di Taoyuan, che supervisiona l'ufficio di registrazione delle famiglie, senza successo, aveva deciso, lo scorso anno, di portare il suo caso in tribunale.

La grave sentenza dell’Alta Corte ammnistrativa del paese, oltre a consentire il cambio di sesso di fatto basato sull’autodeterminazione personale, allarga l’orizzonte dei pericoli per l’ordine costituzionale e civile del paese, laddove cita la Costituzione e afferma che tutte le libertà e i diritti che non sono dannosi per l'ordine sociale o il benessere pubblico devono essere garantiti. La Corte ha aggiunto che poiché Xiao E ha fornito altre prove che dimostrano che egli si è riconosciuto da tempo come donna, la Corte è obbligata a fornire una protezione corrispondente al suo diritto.

Ovviamente le organizzazioni LGBTI del paese (come Taiwan Alliance to Promote Civil Partnership Rights) si sono dette soddisfatte della decisione storica, mentre le organizzazioni in difesa del matrimonio e lo stesso governo di Taipei stanno valutando eventuali ricorsi ed iniziative che impediscano il trionfo dei dogmi LGBTI.

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.